Dichiarazioni Pentito Speziale

Cinquecento milioni di vecchie lire dall’impresa che stava costruendo l’ospedale nuovo in contrada Ferrante, 100 milioni da quella che stava realizzando il consolidamento delle pendici, altri 100 milioni dall’impresa messinese che stava realizzando il depuratore in contrada Sireri, somma però mai arrivata, altre diecine di milioni da piccole imprese che realizzavano costruzioni pubbliche o private. Una pioggia di milioni che serviva per alimentare la famiglia di Cosa Nostra di Enna e di cui era responsabile Gaetano Leonardo, capo riconosciuto della famiglia ennese. Solo che di questa pioggia di milioni alla famiglia di Liborio Di Dio toccava poco, appena un milione al mese, un’elemosina, insufficiente per il ruolo che il gruppo Di Dio recitava. Le dichiarazioni, in videoconferenza, di Filippo Speziale, 31 anni di Pietraperzia, genero di Liborio Di Dio e cognato di Angelo Di Dio, altro collaboratore di giustizia che sarà sentito probabilmente nell’udienza del 22 novembre, hanno fatto luce non solo su due omicidi(Timpanaro e Romeo) , eseguiti dai due collaboratori di giustizia, e su due tentati omicidi (Angelo Leonardo e Salvatore Privitelli), ma anche sull’entità delle estorsioni che venivano consumate dalla famiglia di Cosa Nostra, soldi che finivano nelle tasche di Gaetano Leonardo, attraverso Antonio Timpanaro, che risultava essere luogotenente, sino a quando la sua uccisione, non portò Liborio Di Dio ad essere vice comandante della famiglia, con la conseguenza di vedersi aumentato il pagamento mensile. Una pace tra parenti (Gaetano Leonardo e Liborio Di Dio sono cognati) che nasce a seguito di un omicidio (Timpanaro) e di un tentato omicidio (Angelo Leonardo); una guerra tra le parti che era nata perché due suoi affiliati (Filippo Speziale ed Angelo Di Dio9, con il beneplacito di Liborio Di Dio, avevano deciso di scalare le prime posizioni della famiglia, liquidando chi poteva risultare di intralcio. Il processo “Parafulmine”, che è iniziato nell’aula penale del tribunale ennese, e che vede imputati, oltre alla famiglia Di Dio (Liborio, Angelo e Giancarlo), Giuseppe Saitta di Barrafranca, Michele Cammarata di Capizzi, Filippo Speziale ed uno dei figli di Gaetano Leonardo, David, e Carmelo La Delia, che viene definito il cercatore delle estorsioni, specie per quanto riguardava le imprese del depuratore e del consolidamento delle pendici della Monte-Cantina. Le dichiarazioni di Filippo Speziale, che hanno provocato anche la reazioni dei suoi genitori, sono state veramente esplosive, anche se molte cose (omicidi e tentati omicidi) già si conoscevano, mancavano i riferimenti delle estorsioni, anche se Filippo Speziale ha parlato in forma indiretta perché tutto quello che ha detto in videoconferenza proviene dal “sentito dire in famiglia”. Per il 22 novembre dovrebbero esserci le dichiarazioni di Angelo Di Dio, che venerdì si è rifiutato di assistere all’interrogatorio del cognato e che potrebbero essere importanti per fare ulteriore chiarezza sull’attività della famiglia di Cosa Nostra ad Enna e provincia.