Enna. Piazza S.Maria del Popolo cambia nome e Comitato cittadini protesta
Enna-city - 20/05/2010
Enna. “Un atto di ingiustizia è stato commesso cambiando la denominazione della Piazza dedicata a Santa Maria del Popolo” così tuona Gaetano Vicari, presidente del Comitato per i diritti dei cittadini ennesi.
Vicari così continua: “Sempre nel rispetto di tutte le persone, il Comitato fin dal 29-07-2009 e poi il 17-04-2010 ha scritto alle varie autorità evidenziando la contrarietà di alcune nuove denominazioni che i mezzi d’informazione davano notizia, poiché non veniva rispettata la legge sulla toponomastica, fra l’altro prevedendo una piccola biografia da parte di chi era proposto e deliberato di essere i nuovi intestatari di Piazze e Vie. Già questo Comitato aveva fatto presente nel passato che non era giusto cambiare le Vie Orfanotrofio e dei Greci, che rappresentavano una parte della Storia di Enna. Con uguale motivo oggi continua a manifestare tutto il dissenso per le decisioni che sono state prese dalla Commissione toponomastica per il cambio della denominazione della Piazza Santa Maria del Popolo. Uno dei quartieri antichi, con un Monastero che dal 1530 fino allo scorcio del XIX secolo si trovava assieme alla Chiesa comunemente detta del Popolo, con l’annesso campanile, un’antica torre difensiva della città. Anche la Via era dedicata al Popolo, prima che venisse intestata a Vittorio Emanuele dopo l’Unità d’Italia. Altra Via che si manifesta contrarietà è il Viale che conduce alla Rocca di Cerere, dove questo luogo è pieno di Storia e mitologia, che sarebbe più giusto intestarlo o a Gelone colui che fece edificare il Tempio della Dea nel 402 a.C. o altro personaggio storico come Vincenzo Littara colui che scrisse la prima storia di Enna nel 1587.
Né convince, perché è contro la legge la motivazione che ai nuovi interpellati è perché erano stati chi Presidente della Provincia o Sindaco, perché vi sono tanti altri Presidenti dal 1926 da Enna Capoluogo e di Sindaco dal 1860 in poi che si potrebbero candidare. Ma a parere di questo Comitato, non sono questi i requisiti previsti dalla legge; non per niente, la legge prevede di essere accompagnata la proposta di nomina da una piccola biografia. Quindi il Comitato ritiene che sia lesiva e riduttiva eventuale giustificazione e motivazione, attribuita
Intanto si fa torto alla Madonna di essere spodestata dalla “sua” Piazza ma anche la coscienza dei cittadini laici e religiosi si ribella a questa ingiustizia, perche offende i sentimenti di una popolazione non solo del quartiere, ma di tutti, compreso lo spirito del maestro Luigi Cascio fondatore della Scuola D’Arte, che si trova li vicino e nello stesso corpo del complesso che faceva parte dell’ex Monastero, poi utilizzato dai militari, con i colombi viaggiatori e da qui la denominazione “la colombaia”.
Ci risulta anche che i “tre esperti” chiamati a collaborare, compreso il sottoscritto, dott. Rocco Lombardo e il dott. Enzo Cammarata, sono stati beffati, perché non sono stati mai coinvolti in queste nuove denominazioni contestate, perché risulta invece che tutto era stato già deciso prima. Occorre anche aggiungere che non si fa menzione dei vari suggerimenti che sono stati espressi e non tenuti in considerazione; come l’intestazione di Vie al Maestro Luigi Cascio ed a Edoardo Fontanazza. Inoltre ha suscitato meraviglia, che sollecitamente è stato collocato il sostegno con la nuova denominazione nella Piazza di Santa Maria del Popolo, quando invece da circa due anni, si sollecita la ricollocazione della segnaletica, rimossa dai Vigili Urbani perché pericolante che indicava l’orologio solare del 1742, con la chiesa di S. Giovanni del 1559, dove si trova l’orologio, quella segnaletica fu finanziata dall’APT compreso il restauro dell’orologio, senza che ancora è stata data attuazione. Occorrono anche per queste cose le “raccomandazioni “ visto la sollecitudine di una segnaletica urgentemente installata ed un’altra invece che ancora non ha trovato sistemazione?”
In conclusione tutto il Comitato per i diritti dei cittadini ennesi chiede l’intervento per revocare e non approvare quelle denominazioni prive ed incomplete dei requisiti previsti dalla legge sulla toponomastica, per un giusto riconoscimento e rispetto ai cittadini che si sentono offesi da questo modo di fare di non tenere conto dei “particolari meriti acquisiti dall’estinto e che sussista in tal senso, una evidente volontà popolare”. Infine un precedente: il comune di Capo D’Orlando è stato condannato dal TAR, per avere assunto una posizione in contrasto con questi principi, per il cambio di denominazione.