Commissione dei Garanti del Pd: Crisafulli si può candidare. Le dichiarazioni di Arnone e company
Enna-city - 28/04/2010
Ieri la commissione dei Garanti del Pd aveva ascoltato i senatori Ecodem, Francesco Ferrante e Roberto Della Seta che, nei giorni scorsi, assieme ad altri quattro esponenti del partito (Giuseppe Lumia, Ermete Realacci, Giuseppe Arnone e Angelo Lomaglio) avevano inviato una lettera al segretario Bersani contro la candidatura di Crisafulli. Nella lettera Ferrante, Della Seta e gli altri ponevano il problema dell’opportunità politica di candidare Crisafulli, che, a loro giudizio, “sarebbe una scelta in totale contrasto con ciò che il Pd deve essere ed è nato per essere, un grande partito popolare e progressista impegnato, in via prioritaria, per la legalità e contro le mafie”.
In base allo Statuto e al codice etico del Pd, Crisafulli avrebbe potuto candidarsi a sindaco di Enna perché “non è sottoposto ad alcuna delle condizioni ostative alla candidatura né all’obbligo di dimissioni”, ovvero non è oggetto di procedimenti penali. Così i garanti del Pd, riunitisi oggi, hanno risposto al segretario Pier Luigi Bersani che aveva chiesto un intervento dopo le polemiche sollevate da esponenti democratici contro la candidatura del senatore siciliano. I garanti hanno ascoltato i deputati nazionali e regionali, autori della lettera pubblica contro la candidatura, ed il senatore Crisafulli. E rilevato che “dagli atti e dalle dichiarazioni assunte, alla data odierna, il sen. Vladimiro Crisafulli non è sottoposto ad alcuna delle condizioni ostative alla candidatura né all’obbligo di dimissioni ai sensi dell’art 5 del Codice Etico, dell’art 23 dello Statuto del Pd della Sicilia e dell’art 22 dello Statuto Nazionale”. Che, tradotto, vuol dire che Crisafulli, non avendo subito condanne né avendo processi in corso, per i garanti, che si attengono solo al rispetto dello Statuto, si può candidare.
Questa la dichiarazione di Giuseppe Arnone, primo firmatario della lettera a Bersani
“Abbiamo vinto la guerra di Enna, si tratta di una vittoria che cambia il DNA del Partito Democratico in Sicilia. Vado al dato politico: per lo Statuto e il Codice Etico del PD è consentita, ripeto è consentita, la candidatura di una persona che abbia ricevuto la richiesta di rinvio a giudizio per il reato di corruzione aggravata o, ancora, una richiesta di rinvio a giudizio per traffici connessi alla pedofilia. Purchè il soggetto non sia in carcere, per l’ipergarantista Codice Etico del PD, è candidabile. Adesso però occorre sottolineare che se si è candidabili per il Codice Etico, non si è candidabili per i valori concreti che, in coerenza con i suoi elettori, esprime il Partito Democratico. La mia formazione mi porta ad andare al sodo e a centrare la sostanza delle cose. Crisafulli ha avuto da Bersani il classico “contentino” della pronunzia, appunto a stretto rigore di Codice Etico, della Commissione di Garanzia. Ma la Commissione stessa, prima di dare lo “zuccherino” a Crisafulli, ha ottenuto il ritiro formale della sua candidatura, malgrado le primarie – burla, malgrado le firme raccolte a suo sostegno. Oggi Pio La Torre ci guarda certamente con soddisfazione e orgoglio, poiché noi siamo il Partito che imposta il suo agire sui temi della legalità, della lotta alla mafia. Siamo il partito che impone la responsabilità della politica”.
La dichiarazione dei senatori Della Seta e Ferrante, firmatari con Arnone, Lomaglio, Lumia e Realacci della lettera a Bersani.
“Che a Enna non sarà Crisafulli il candidato sindaco del Pd è una buona notizia, mentre appare insensato che una questione squisitamente politica, la totale inopportunità della sua eventuale candidatura, sia stata ridotta dal segretario Bersani a un problema formale o statutario”. Roberto Della Seta e Francesco Ferrante commentano così la decisione della Commissione di garanzia del Pd che investita da Bersani della vicenda, ha “preso atto” che Crisafulli ha rinunciato a candidarsi a sindaco di Enna. Della Seta e Ferrante, insieme agli altri parlamentari democratici Ermete Realacci e Giuseppe Lumia, avevano rivolto a Bersani e al segretario del Pd siciliano Lupo una lettera aperta, ricordando le frequentazioni di Crisafulli con il boss di Cosa Nostra Raffaele Bevilacqua e sostenendo che l’eventuale candidatura di Crisafulli a Enna sarebbe stata incompatibile con i valori fondativi del Pd. “Nella nostra lettera – affermano i due parlamentari – chiarivamo che il colloquio tra Crisafulli e Bevilacqua era stato giudicato dalla magistratura penalmente non rilevante, e invece sollevavamo un problema squisitamente politico che va ben oltre le norme dello statuto: che credibilità può avere il Pd come partito della legalità, della lotta alle mafie, se si fa rappresentare da chi, come Crisafulli, considera normale incontrare un boss mafioso e parlarci amabilmente di appalti e imprese? La risposta del segretario, che si è limitato ad affidare una rapida e sommaria istruttoria tutta formalistica alla Commissione di garanzia, non ci sembra all’altezza della questione sollevata: nel nostro partito , anche nei suoi vertici non c’è adeguata consapevolezza di come l’assoluta intransigenza sui valori della legalità e dell’etica pubblica, tanto più in una regione come la Sicilia, siano il primo requisito richiesto a tutti noi dal nostro popolo. “La nostra iniziativa – concludono Ferrante e Della Seta – aveva due obiettivi :il primo, immediato, l’abbiamo raggiunto evitando la candidatura di Crisafulli; sul secondo , mettere la questione morale davvero al centro della proposta e del profilo del Pd , c’è ancora da lavorare”.