Riti Venerdì Santo a Villarosa e Villapriolo
Villarosa - 02/04/2010
I riti della Via Crucis, che sarà celebrata nelle tre parrocchie, le processioni dei misteri e del Cristo morto e dell’Addolorata: attorno a questi momenti di grande religiosità si articola il Venerdì Santo a Villarosa e Villapriolo. La giornata di ieri, è stata invece caratterizzata da diversi momenti: la messa “In coena Domini”, lavanda dei piedi e il tradizionale appuntamento con la visita ai sepolcri, gli altari riccamente addobbati per ospitare il Santissimo Sacramento. E’ il rito detto dei “sepolcri” al quale le due comunità di Villarosa e Villapriolo sono molto legati. Oggi, sono due le processioni che attraversano i due paesi. A Villarosa, alle 10, dalla Chiesa Madre scenderà lungo corso Regina Margherita, portata a spalla dall’omonima confraternita, l’Addolorata, sino alla chiesa dell’Immacolata Concezione. Da lì, insieme al “Cristo alla colonna” e a San Giovanni, il corteo, accompagnato dai confrati delle compagnie di San Giacomo, San Giovanni, Madonna della Catena, Crocifisso, Santa Barbara e Addolorata, si snoderà lunghe le vie del paese per celebrare la Via Crucis, ovvero la salita al Calvario, dove a mezzogiorno in punto avverrà la crocifissione. Nel pomeriggio con la deposizione del Cristo morto nell’urna si ricomporrà di nuovo il corteo e si farà ritorno nelle due parrocchie.
A Villapriolo, invece, la processione inizierà alle 11 e, durante il tragitto, come di consueto, saranno fatte alcune soste, durante le quali don Salvatore Bevacqua ricorderà alcuni momenti della passione di Gesù. In via Bongiorno avverrà il tradizionale incontro tra l’Addolorata, San Giovanni e Cristo che, insieme, percorrendo le strade del paese e rinnovando il pio esercizio della via Crucis, raggiungeranno il Calvario dove avverrà la crocifissione. Nel pomeriggio, dopo la celebrazione liturgica della passione del Signore, si deporrà il Cristo morto nell’urna e si farà rientro in chiesa. Da sottolineare come a Villapriolo, grazie a degli appassionati continua ancora la secolare tradizione dei vecchi cantori che “ladano”, come si dice in gergo, le lodi antichissime, in siciliano, della passione di Gesù.
Pietro Lisacchi