San Giuseppe, a Valguarnera la festa più bella della Sicilia

Mancano pochissimi giorni alla festa di San Giuseppe a Valguarnera, unica nel suo genere in tutta l’isola ed i preparativi fervono. Il clou della festa quest’anno sarà celebrato nei giorni di sabato 22 e domenica 23 per consentire a numerosi forestieri di parteciparvi. Come al solito si aspettano migliaia di visitatori che arriveranno dai paesi vicini e da altre province.

La modifica

Ma c’è una modifica dei giorni per la festa in onore di San Giuseppe, da parte della parrocchia San
Francesco di Paola, che ha inteso festeggiare il Santo nei giorni canonici. Essa sarà celebrata da parte della parrocchia di San Francesco, il 18 e 19 con l’apertura della tavolata alle ore 18 di giorno 18, mentre nel giorno successivo alle 20 ci sarà il rito con i Santi ed i fedeli. Una festa, quella di San Giuseppe, considerato il co-patrono della città, in cui fede, folklore e tradizione si mescolano a vicenda.

L’appello per i portatori

Ma qualcosa però stride col contesto. Nei giorni scorsi il parroco di San Giuseppe don Enzo Ciulo ha lanciato un appello per reclutare la sera del 23 i portatori a spalla della bara del Santo, col rischio che per tutto il percorso, venga condotta su un carrello. Una bara pesante ma di pregio fatta costruire nel 1827 da don Vito Boscarino e restaurata nel 1922 che è un vero capolavoro d’arte. Sarebbe veramente strano ed un vero peccato, se tra tanti giovani, non si riuscisse a trovarne un numero sufficiente, considerato i numerosi devoti a San Giuseppe.

Le tavolate diminuiscono

Da segnalare inoltre quest’anno che le famose tavolate non saranno tante, l’anno scorso se ne contarono in tutto 11 e 19 l’anno prima, quest’anno di meno, si stima tra 8 e 9. Saranno prevalentemente “zene” (cene) tavole piccole ad un piano, mentre le famose tavolate sono lunghe 3- 4 metri con 4- 5 gradini. Ad allestire di sicuro la tavolata sarà il Comune che sarà visitabile la sera del 22 mentre la mattina del 23
saranno invitati dei poveri per consumare le prelibate pietanze. La Parrocchia di San Giuseppe invece allestirà quest’anno nel retro della Chiesa una zena che seguirà la stessa procedura, così come l’associazione Casa Museo Caripa e l’istituto comprensivo Mazzini. Intanto già brillano di luce le bellissime luminarie fatte installare dalla Chiesa così come le vetrine dei negozi allestite per onorare il Santo. Una bellissima vetrina che brilla in particolare è quella “a casa di nonna Lia”, in via Sant’Elena, con una piccolissima ma bellissima tavola fatta interamente in cera e candele che riproducono il simbolo delle tavole.

La cavalcata

Il Clou come detto sarà rappresentato dalla famosa “cavalcata” curata da cavalieri con cavalli bardati a festa, delle ore 12 di giorno 23 in cui assistono migliaia di persone. si auspica come ogni anno la presenza massiccia di tanti visitatori provenienti da ogni parte della Sicilia.

La tradizione

Ecco in sintesi in cosa consiste la festa di San Giuseppe a Valguarnera: LE TAVOLATE Le Tavole di San Giuseppe a Valguarnera Caropepe per la loro peculiarità sono uniche in Sicilia, vengono allestite la vigilia della festa, dai devoti, in ringraziamento al Santo per una grazia ricevuta. La sua preparazione si protrae per circa 10, 15 giorni e per questo richiede la collaborazione di parenti ed amici che si prodigheranno per la preparazione di tutte le pietanze che la imbandiranno. La Tavola viene fatta in legno e ha una forma di scala di 4 – 5 gradini lunghi circa 3 – 4 metri ed un grande tavolo alla base, il tutto ricoperto con tovaglie di lino finissimo e ricamate.

Cosa si prepara

Le pietanze che vi sono poste sono strettamente legate alla tradizione culinaria della festa di San Giuseppe e sono la pasta con il miele, la pagnuccata (pignolata con il miele) i cannoli con la ricotta e la crema, le sfinge, le cassatele, il torrone, le mandorle confetti, le fritture delle diverse verdure come i finocchietti, spinaci, mozzatura, broccoli con sopra una spolverata di mollica. Oltre a queste tradizionali pietanze nel tempo si sono aggiunti svariati tipi di dolci e pietanze più o meno elaborate che arricchiscono la tavolata. Il protagonista assoluto è il pane che viene preparato dai panificatori locali con farina di grano duro che dopo essere stato lavorato a mano e modellato nelle diverse forme che simboleggiano gli attrezzi del falegname come la sega il martello la scala, ed altre forme come l’ostensorio, gli angeli adoranti l’uva l’asinello.

I M’BRACULI Sono l’offerta di ceri o di grano che i devoti fanno a San Giuseppe in ringraziamento per una grazia ricevuta I ceri arricchiti da fiori di carta colorata vengono portati spesso anche a piedi scalzi. Il grano viene portato dentro a sacchi (bisacce) posti sul dorso di cavalli bardati a festa e accompagnati dalla banda musicale che puntualmente giunti all’inizio della salita che conduce alla chiesa di San
Giuseppe eseguirà la tradizionale ed allegra marcia del chichirichì colonna sonora della festa. Queste manifestazioni di devozione accompagnate dalla banda musicale, sono il modo di condividere la gioia di una grazia ricevuta con tutti i concittadini che durante tutta la giornata sosteranno nella salita che conduce alla chiesa in attesa dei “m’braculi”.

La Sacra famiglia

Il giorno della festa alle ore 10.00 dalla sacrestia della Chiesa, si snoda il corteo della Sacra famiglia. Ansia, tensione, gioia, raccomandazione dei famigliari, accompagnano questi ultimi momenti prima del corteo. San Giuseppe è impersonato da un adulto con folta barba bianca ed indossa una tunica azzurra ed un mantello marrone, in mano porta il bastone con in cima il Giglio, simbolo di purezza. La Madonna viene scelta tra le ragazze più graziose del paese, vestita elegantemente con un abito
bordeaux, un mantello ricamato e in testa una corona d’argento che viene sorretta dal padre, ha in mano una coroncina e il libretto delle preghiere. Gesù Bambino, indossa una tunichetta celeste ed ha intesta
una aureola. Questi tre personaggi, seguiti dalla banda musicale, dai parenti e da un folto numero di fedeli, dopo aver percorso le vie del paese rientrano in chiesa per assistere alla messa solenne. Alla fine della celebrazione eucaristica, la Sacra Famiglia si reca nella sacrestia della chiesa dove è stata allestita la tavola.

La processione di San Giuseppe

La sera dopo la messa ha inizio la processione del Santo che viene portato sul fercolo per le vie principali del paese. Il fercolo, fatto costruire nel 1827 da Don Vito Boscarino e restaurato nel 1922, è un
vero capolavoro d’arte. Presenta una cupola con rilievi d’orati e intarsiata di stelle e altri disegni particolari di ottima fattura, non si conosce l’autore, ma doveva essere un grande artigiano. Alla processione
partecipano le confraternite delle varie chiese, vestiti con abiti particolari con i colori delle confraternite, le autorità civili e i fedeli scalzi con le torce votive in mano.