Strade impraticabili, enormi disagi per lavoratori e pendolari

No, non può affatto essere una notizia la scarsa e vulnerabile viabilità che attanaglia da decenni la provincia di Enna. Rappresenta purtroppo, doloroso dirlo, la quotidianità soprattutto nel periodo invernale. Strade che diventano un colabrodo e che al calar di una pioggia più intensa del
normale, mettono a rischio la vita delle persone.

La fragilità delle strade

Se poi si abbatte un ciclone come quello avvenuto lo scorso venerdì 17 gennaio, tutto diventa un dramma. Infatti non solo le stradelle di campagna sono paralizzate ma anche le strade statali ad alto traffico. Ci riferiamo in particolar modo alla statale 192 o per essere più precisi ad una porzione di essa, quella che va dall’incrocio della SP4 sino allo svincolo autostradale di Dittaino, ove peraltro è ubicato l’Outlet Village. Questa strada, ancora chiusa sino ieri sera al traffico, collega giornalmente centinaia, per non dire migliaia, di viaggiatori provenienti da Piazza Armerina, Aidone, Barrafranca, Valguarnera e paesi limitrofi, che si dirigono per motivi di lavoro nella zona industriale, all’Outlet Village, a Catania o paesi circostanti.

I disagi

Centinaia poi le ragazze ed i ragazzi che lavorano all’Outlet e che ogni mattina prima di partire da casa devono farsi il segno della croce. Orbene, questa porzione di strada gli automobilisti per bypassarla devono per forza di cose transitare dalla provinciale n. 7/a che conduce allo svincolo di Mulinello, allungando il percorso di una decina di chilometri. Ma se Roma piange Sparta non ride. Anche la provinciale 7/a, anche se transitabile a fatica, è piena di buche, avvallamenti e curve pericolose.

I finanziamenti smarriti

E’ dire che anche questa arteria che conduce ad uno svincolo autostradale sarebbe stata oggetto nel 2008 di un finanziamento di 3 milioni di euro, che il Cipe avrebbe approvato ed i cui lavori comprendevano anche un viadotto, considerato che era una porzione della Nord Sud (la strada dei sogni), finanziamento derivante dai fondi accantonati per il ponte sullo stretto e dai fondi Por, ma di cui si sono perse le tracce. Ritornando alla 192, dicevamo che basta una pioggia più intensa del normale che dai terreni circostanti scendono a valle tonnellate di fango.Il modo migliore per renderla fruibile in caso di pioggia -ci riferiva ieri un tecnico- sarebbe quello di convogliare le acque nel torrente Calderai e congiuntamente alzare un muretto lungo tutto il percorso lungo 7- 8 chilometri.

La strada consortile nel fango

Un altro capitolo dolente riguarda la strada che affianca la 192, la strada consortile della zona industriale o dell’asse attrezzato. Una strada a 4 corsie, illuminata e resa funzionante più di una decina di anni fa. Sino allo scorso autunno era perfetta, gli automobilisti la preferivano alla 192 perché a 4
corsie, illuminata di sera e molto scorrevole, senza curve. La pioggia intensa di ottobre l’ha resa non perfettamente praticabile, a causa della fanghiglia caduta dai terreni circostanti e mai rimossa, che in alcuni punti invade quasi tutta la carreggiata. Questa strada apparteneva all’Asi, poi quando è stata messa in liquidazione è passata sotto l’egida dell’Irsap, (istituto regionale sviluppo attività produttive).

L’Irsap, complice una legge regionale, anni fa ha passato ai Comuni, territorialmente titolari, le infrastrutture (viabilità ed illuminazione). Quella zona apparterrebbe, o meglio ancora appartiene al Comune di Enna che da ottobre non ha pensato di rimuovere quella fanghiglia, con gravi ripercussioni sulla viabilità e rischio per chi la percorre. Si auspica che passando “a nuttata” dopo le recenti piogge vi provveda con immediatezza, perché si tratta di un’arteria alternativa importante.