Comitati cittadini al fianco dei sindaci ribelli, “stop ai privati”

I Comitati cittadini ennesi, coordinati da Carlo Garofalo, hanno manifestato piena solidarietà ai sindaci ribelli che hanno occupato l’impianto di potabilizzazione dell’Ancipa. “Siamo vicini alle comunità di Cerami, Gagliano, Nicosia, Sperlinga e Troina, ai loro – si legge nella nota – rappresentati istituzionali e al Comitato Civico “Sicilia Senz’Acqua” di Troina per la grave e drammatica crisi idrica e per i gravi disagi che i cittadini stanno sopportando e dovranno sopportare nei prossimi mesi, nella speranza che il possibile arrivo delle piogge possano ridurne le sofferenze”.

I Comitati chiamano in causa il presidente della Regione. “Il commissario Straordinario On. Schifani, con la costituzione della cabina di regia e la delega a questa, si è tirato fuori dal contesto e dalle responsabilità politiche Sue e di chi lo ha preceduto a quell’incarico nel corso degli ultimi 20 anni”

La mancanza di un piano di emergenza

Salta agli occhi, nella versione dei Comitati cittadini ennesi, la mancanza di un piano di emergenza che chiama in causa l’Ati. “E’ assurdo apprendere dalla stampa che Caltanisetta e San Cataldo hanno a disposizione circa 120 l/s di acqua e questa non può essere utilizzata per guasti alla condotta gestita da Siciliacque” spiega Garofalo che aggiunge: “Assudo, inoltre, constatare che di fronte all’ipotesi che per i 5 Comuni ennesi che per fatti oggettivi (dovuti alle caratteristiche del loro territorio) dipendono dall’ANCIPA, l’ATI (Organismo composto da tutti i Sindaci della Provincia di Enna) non abbia un piano di emergenza in caso di prosciugamento totale dell’invaso”.

Gestione dell’acqua torni pubblica

I Comitati cittadini ennesi ritengono che il sistema privatistico alla base della gestione idrica abbia fallito. “Noi riteniamo che la politica – si legge nella nota – debba svolgere sino in fondo il proprio ruolo, così come i Sindaci, gli amministratori ed i consiglieri comunali, ponendo alla base del proprio ragionamento se il sistema di gestione privatistico scelto in maniera verticistica e trasversale negli anni 90 sia ancora valido o si debba proporre qualcos’altro, così come con la privatizzazione di Siciliacque svenduta per pochi denari”.