Uil, “qui si muore di sete e Salvini pensa al Ponte”

“La Sicilia muore di sete e ha fame di lavoro, di lavoro retribuito, sicuro, non precario, però il vicepremier di questo Governo, Matteo Salvini, sa solo parlare di Ponte sullo Stretto. È una vita che alla Sicilia e al Sud si continua a promettere il Ponte-che-non-c’è e, intanto, viene negato l’essenziale. Persino il diritto di avere diritti concreti, effettivi, a misura di persona. Di ogni persona che vive in questo Paese! La spallata definitiva a questo diritto vorrebbero darlo con l’Autonomia differenziata, che ora è franata grazie alla Corte Costituzionale ma ha iniziato a franare sotto le picconate di un milione e 300 mila firme di cittadine e cittadini a sostegno del nostro referendum abrogativo”.

La manifestazione a Palermo

Lo hanno dichiarato il segretario organizzativo nazionale della Uil, Emanuele Ronzoni, e la segretaria generale della Uil Sicilia, Luisella Lionti, oggi a Palermo per la manifestazione di protesta contro la manovra economica del governo Meloni nella giornata dello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil. Sulle ragioni dell’iniziativa, Ronzoni e Lionti hanno sottolineato “la richiesta di confronto vero con un Governo che preferisce girarsi da un’altra parte per non sentire e non vedere il Paese reale: quello che oggi è in piazza, in tutta Italia”.

Rinnovare i contratti

“Mettere al centro il lavoro, rinnovare i contratti che 5 milioni di lavoratori continuano ancora ad aspettare da tanto, troppo tempo, redistribuire la ricchezza per restituire un po’ di equità a questo Paese – hanno aggiunto i due esponenti del Sindacato delle Persone – Queste non sono pretese ideologiche, né regole da missione impossibile. Sono invece proposte serie per risposte serie ai bisogni di chi non ce la fa più. E sono proposte serie la detassazione degli aumenti contrattuali; il recupero del potere d’acquisto di salari e pensioni; il rifiuto di condoni e concordati che sono segnali di resa, se non di compiacente benevolenza verso evasori e furbetti; la difesa della Sanità pubblica che impone investimenti per medici e personali; il rilancio del Mezzogiorno con un piano credibile di risorse”.

Le morti sul lavoro

Emanuele Ronzoni e Luisella Lionti hanno concluso: “Pretendiamo risposte, non misure-spot, alle bare che in questi mesi abbiamo esposto nelle piazze d’Italia per ricordare la strage senza fine nei luoghi di lavoro. Zeromortisullavoro. Non è uno slogan. È la nostra battaglia della vita, in nome della quale chiediamo investimenti sulla sicurezza e sulla formazione, una rete capillare e reale di controlli, una legge che consenta di definire quelle morti per ciò che sono: omicidi sul lavoro! Ma come si fa a restare con le mani in mano, a piangere lacrime di coccodrillo e dire qualche frase di circostanza, mentre ogni giorno una lavoratrice, un lavoratore, si alza e va in fabbrica, nei campi, in cantiere temendo di non poter fare mai più ritorno a casa?!”