Il caso Ancipa, la protesta “scenografica” ha smosso la Regione

La nota con la quale il Coordinatore della “Cabina di regia” Ing. Cocina e il Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Ing. Santoro hanno congiuntamente richiesto alle due aziende “Enel Green Power” e “SiciliaAcque” di limitare il prelievo di acqua dall’invaso Ancipa a 4000 mc/g a favore dei soli Comuni di
Troina, Cerami, Nicosia, Gagliano Castelferrato e Sperlinga merita di essere commentata per almeno due ragioni.

L’anarchia sulla gestione dell’acqua

In Sicilia, il sistema di gestione delle risorse idriche rasenta l’anarchia istituzionale visto che troppi Enti sono chiamati a fare qualcosa e nessuno di questi si raccorda con gli altri, neanche in un periodo emergenziale come quello in corso, che ha giustificato la nomina ministeriale di un Commissario di
protezione civile per l’emergenza idrica che, a sua volta, si avvale della “Cabina di regia” coordinata dall’Ing. Cocina. Un sistema di cerchi concentrici in cui, mentre è difficile capire “chi fa cosa” e “chi non ha fatto”, è diventato ancora più difficile stabilire “chi dovrà fare”.

Senza la protesta nessuna lettera a Siciliacque

La vivace protesta dei cinque Comuni, rappresentati dai rispettivi Sindaci e guidati dall’On. Venezia, sarà pure stata “scenografica”, come ha avuto modo di apostrofarla l’Ing. Cocina, ma ha prodotto certamente il contenuto della citata missiva. Ciò, a dimostrazione che i Comuni, in quanto enti esponenziali degli
interessi delle rispettive comunità che rappresentano, sono legittimati anche a censurare, all’occorrenza, la potestà organizzatoria esercitata dal Commissario per l’emergenza idrica, facendosi scudo di due principi costituzionali di indubbia immanenza ordinamentale, quello di sussidiarietà e quello di leale
collaborazione tra i diversi livelli istituzionali della Repubblica.

La riforma

Prima di pensare ad introdurre l’elezione diretta in fantomatici enti di area vasta, farebbe bene il legislatore regionale a lavorare in parallelo a quello emergenziale, per mettere ordine in un sistema di pubblici poteri che, all’evidenza dei fatti, ha mostrato la propria incapacità nel dare risposte ai
siciliani in un contesto in cui le previsioni climatiche non raccontano nulla di incoraggiante.