Inchiesta sulla gestione idrica, Venezia sentito dai magistrati

Il parlamentare regionale del Pd, Fabio Venezia, è stato sentito dai magistrati della Procura di Enna nell’ambito della inchiesta sull’emergenza idrica. L’esponente politico, nel corso dell’ultimo anno, si è reso protagonista di diverse denunce pubbliche sulla precarietà del sistema idrico siciliano, in particolare sulle pessime condizioni delle condotte che dalla diga Ancipa portano acqua ai Comuni di tutto l’Ennese.

Le perdite di acqua

Del resto, la perdita di acqua è uno dei problemi più evidenti: si perdono, dalle informazioni da Venezia in occasione di un Consiglio comunale ad Enna, circa 80-90 litri al secondo. Nel complesso, “nei primi nove mesi di quest’anno abbiamo stimato che si sono persi circa 2 milioni di metri cubi nelle condotte che collegano la diga con i comuni ennesi e nisseni. Uno spreco che grida vendetta, nel silenzio più assordante della politica regionale”. Informazioni che non sono passate inosservate e così i magistrati hanno deciso di approfondire la questione, sentendo direttamente il parlamentare che ha un livello di informazioni sulla gestione idrica assai elevato.

Acquisizione di atti nella sede di AcquaEnna

L’altro aspetto su cui la Procura di Enna ha acceso i riflettori riguarda la gestione del servizio idrico, culminato con l’acquisizione, nei giorni scorsi, di documenti custoditi nella sede di AcquaEnna. Insomma, i magistrati intendono verificare se attorno a tutto il sistema idrico, andato in tilt a seguito della siccità che ha svuotato gli invasi, tra cui l’Ancipa, vi sono responsabilità e contestualmente dei profili di irregolarità.

Gli esposti

Ad arricchire il fascicolo dei magistrati ennesi ci sono gli esposti: il primo è stato presentato dai legali del Comitato Senz’acqua Enna, per cui si è verificata una palese interruzione di pubblico servizio ma è stato portato all’attenzione dei pm anche il caso della fatturazione delle bollette idriche, calcolate su parametri che, secondo gli avvocati del Comitato, hanno aumentato i costi per gli utenti. L’esposto del Condacons punta decisamente l’indice nei confronti di AcquaEnna, paventando profili poco chiari sugli appalti e “sulla corretta allocazione dei fondi pubblici stanziati per fronteggiare l’emergenza”.