Un aeroporto internazionale nell’Ennese, ora ne parla anche la politica

Dopo l’ennesimo stop all’aeroporto di Catania, quello della giornata di Ferragosto, torna l’emergenza cenere per quella provincia ma torna anche il tema della necessità di un nuovo aeroporto in Sicilia. Le difficoltà di Catania dovute all’Etna, ormai un vulcano esplosivo e destinato a creare sempre più problemi di questa matura, si aggiungono ai problemi strutturali di un aeroporto che difficilmente può gestire altri aumenti di traffico.

I danni per il turismo ennese

A cascata i danni si ripercuotono su tutti i centri della Sicilia, come Enna, peraltro, fortemente penalizzata da un sistema stradale pessimo, basta dire che gli ingressi e le uscite dell’autostrada A19 sono chiusi da mesi, per cui, per entrare in città, bisogna percorrere delle strade secondarie molto impegnative che i navigatori satellitari non conoscono.

Lo scalo internazionale nell’Ennese

Esattamente, 12 mesi fa, su ViviEnna venne rispolverata l’idea, portata avanti molti anni fa da Confindustria, di realizzare, nel cuore della Sicilia, un grande aeroporto internazionale, capace di accogliere, ogni anno, milioni di turisti. Del resto, per come è adesso il traffico aereo siciliano, l’isola non può competere con altri rivali.

Ora ne parla anche la politica

“Creare uno scalo alternativo intercontinentale, un vero e proprio hub, nell’area centro orientale della Sicilia, tra le province di Enna e Catania, potrebbe non solo risolvere le criticità di Fontanarossa ma dell’intero sistema dei trasporti isolani anche in funzione dell’imminente potenziamento della rete ferroviaria Palermo-Catania” dice adesso il parlamentare regionale del PD Fabio Venezia sulla base di un primo studio effettuato dall’Università Kore di Enna. A distanza di tempo iniziano, dunque, timidi segnali di comprensione reale delle esigenze.

“Negli anni passati – aggiunge il deputato dem – anche Confindustria Sicilia paventò l’idea di realizzare un grande scalo aeroportuale nella Sicilia centrale capace di indirizzare il traffico verso le destinazioni dell’area mediterranea, del Medio Oriente e del sud del mondo. Le sempre più frequenti criticità di Fontanarossa, dovute all’eccessiva vicinanza al vulcano Etna, che con le sue eruzioni e altre attività naturali (emissione di cenere vulcanica), impone a volte per ore e a volte per più giorni se non settimane, la chiusura dell’aeroporto o comunque un suo funzionamento a singhiozzo che determina il dirottamento dei voli su altre aerostazioni o nei casi peggiori l’annullamento delle partenze causando gravi disagi ai passeggeri, impone di realizzare uno scalo a pochi chilometri di distanza che possa essere anche utilizzato per evitare gravi disagi al sistema di trasporto aereo siciliano”.

“Il Governo regionale – continua Venezia – attivi tutte le procedure per l’affidamento dell’incarico dello studio di fattibilità finalizzato alla realizzazione dell’aeroporto intercontinentale del Mediterraneo, da allocare nell’area centro orientale della Sicilia. E’ necessario aprire un tavolo di confronto con il governo nazionale ed in particolare con il Ministero per le Infrastrutture ed i Trasporti, considerando che tale materia rientra tra quelle che la Costituzione assegna alla competenza concorrente tra Stato e Regione, istituendo un Gat (Gruppo di Azione Territoriale) che coinvolga tutti gli enti e i soggetti pubblici e privati potenzialmente interessati alla realizzazione dell’opera che possa farsi carico di attivare le propedeutiche interlocuzioni – conclude il deputato dem – con le competenti autorità di controllo, ovvero Enac ed Enav”.

Gli aeroporto siciliani ormai saturi, Catania

Dai dati diffusi dall’agenzia Ansa, nel 2023 l’aeroporto di Catania ha superato i 10 milioni di passeggeri. Inoltre, “anche l’inizio del 2024 è sotto l’insegna – si legge nel dato dell’Ansa- di dati in positivo: dal 1 al 7 gennaio scorso nello scalo internazionale Vincenzo Bellini sono stati registrati 211.673 passeggeri (+12%) e 1.423 movimenti (+14,5%). Sono questi alcuni dei dati emersi dal nuovo bilancio di Sac la società che gestisce gli aeroporti di Catania e Comiso”.

I dati sullo scalo di Palermo, 8 milioni nel 2023

Secondo i dati diffusi dall’aeroporto di Palermo, nel 2023 si è toccato il record con oltre 8 milioni di passeggeri (8.079.479): la migliore annata di sempre. Ma la crescita non si è arrestata nel 2024

Numeri che non bastano

Sommando i passeggeri dei tre scali (Catania e Palermo con un accenno a Comiso gestito dalla Sac la stessa società dell’aeroporto di Catania), si arriva a sfiorare la quota di 20 milioni di passeggeri. A questi andrebbero aggiunti quelli di Trapani Birgi che sono, però, davvero poca cosa aggirandosi intorno al milione. Se si comparano i dati degli altri aeroporti rivali il confronto non regge, basta vedere che lo scalo delle Baleari, nel Mediterraneo, tocca quote molto più elevate, che sfiorano i 30 milioni di passeggeri.

Il pressing degli imprenditori per Malpensa ennese

Secondo quanto sostengono molti operatori del turismo, come il presidente della sezione Eventi e Turismo di Confindustria di Siracusa, Patrizia Candela, servirebbero più voli verso la Sicilia ma la coperta dell’isola è troppo corta. Di certo, gli scali di Catania e di Palermo non si possono allungare come fossero degli elastici, per cui alla Sicilia manca quello che Malpensa, (ora Silvio Berlusconi) è per la Lombardia.

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