Il ritorno dell’Enna in D, Albanese, “mantenere la categoria”

C’è molta curiosità attorno all’Enna che si presenterà ai nastri di partenza della serie D con molto entusiasmo, dopo la storica promozione, e naturalmente con tante incognite. Per leggere il futuro della squadra gialloverde, ViviEnna ha intervistato un ennese doc, Giovanni Albanese, giornalista, volto e firma di testate giornalistiche nazionali, come Sport Italia, di cui è il corrispondente a Torino, e la Gazzetta dello Sport.

Che obiettivo l’Enna dovrà porsi in questo campionato?

L’Enna torna in quarta serie dopo 34 anni: si tratta di un evento storico che ora bisogna difendere a ogni costo. I campionati li vincono le società, le categorie le mantengono le piazze. Di conseguenza, la città dovrà stringersi attorno alla squadra per trascinarla ad una salvezza, mi auguro più tranquilla possibile.

Che mercato farà la società?

Mi risulta si stia costruendo una rosa giovane ma con buone qualità, con qualche riferimento esperto per la categoria. Il direttore Restuccia è molto attivo sul mercato italiano ma anche quello estero, ho sentito un paio di nomi che m’incuriosiscono molto perché – in mano a un allenatore esperto come Pagana – potrebbero avere prospettiva da professionisti.

Quali saranno le difficoltà che dovrà affrontare?

Bisogna adeguarsi alla categoria, conoscerla ed evitare di farsi trascinare troppo dall’euforia. Serve equilibrio, anche tra i tifosi. Negli ultimi anni l’Enna ha fatto campionati di vertice, la nuova stagione impone più umiltà e attenzione. Ciò non dovrà abbassare l’entusiasmo, anzi. Servirà un grande senso di appartenenza. Lo ripeto ancora una volta, la Serie D è un patrimonio che la città dovrà difendere in tutti i modi.

Tra i nodi, ci sono i lavori allo stadio. Che opinione ti sei fatta?

Il tema dello stadio era ben noto, ho sentito e letto un po’ di cose ma credo si stia lavorando per il bene della città. Insieme alla squadra di pallamano, la squadra ha l’opportunità di rappresentare la città in giro per l’Italia, allo stesso modo lo stadio sarà un biglietto da visita della città. L’opportunità è per tutti, bisogna solo sfruttarla bene.