Policlinico, le strategie a Enna e Caltanissetta
Enna-Cronaca - 23/04/2024
L’intervista rilasciata a “Il Fatto Nisseno” dal Rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri sulla questione del quarto policlinico ha contribuito a fare chiarezza ed a spegnere le polemiche recentemente sollevate. Per il Rettore non solo “non è esatto pensare e dire che a Caltanissetta ci sarà il secondo
Policlinico palermitano o il quarto Polo universitario della Sicilia” ma ha pure aggiunto qualcosa che noi abbiamo più volte evidenziato e cioè che il policlinico non è un “…una struttura metafisica che uno attiva da un momento all’altro senza un processo preventivo”.
La clinicizzazione del Sant’Elia
Il Rettore ha, quindi, correttamente illustrato ciò che si sta per fare e cioè l’avvio della clinicizzazione di
alcuni reparti dell’ospedale S. Elia ad opera della facoltà di medicina dell’Università di Palermo.
In sostanza, l’Università di Palermo ha deciso di uscire fuori dal tradizionale modello del policlinico a gestione diretta, per utilizzare anche la struttura ospedaliera nissena. La clinicizzazione degli ospedali risponde alla stessa logica del decentramento dei corsi universitari già operato negli
anni ‘90.
Ridurre l’emigrazione sanitaria
L’obiettivo è infatti quello di ridurre la capacità attrattiva delle aree metropolitane, in cui si concentra la maggioranza degli indicatori di ricchezza, a vantaggio di quelle interne sempre più affette dallo
spopolamento sociale ed economico. Rispetto a questo scenario, il territorio ennese ha già dimostrato di essere antesignano e lungimirante. A fronte della costituzione, negli anni ‘90, del Consorzio ennese universitario per la gestione di corsi universitari decentrati dalle Università di Palermo e Catania (che rappresentò l’embrione d’innesto del quarto polo universitario), oggi registriamo la “clinicizzazione tentacolare” in fase avanzata di diverse strutture ospedaliere siciliane ad opera della facoltà di medicina dell’Università Kore. Nella sola ASP di Enna, la Kore ha già introdotto, mediante singole convenzioni, ben 14 docenti universitari tra ordinari e ricercatori.