Ferrovie, tagli alla Enna-Caltanissetta, Cisl, “così si uccide il territorio”

Durissima denuncia della Cisl dopo le notizie sui tagli dei fondi del Pnrr legati alla realizzazione del raddoppio ferroviario Palermo-Catania e conseguentemente del tratto Enna – Caltanissetta Xirbi, lungo 27 km. L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi dalla deputata nazionale del M5S, Ketty Damante, per cui, questa sforbiciata avrebbe degli effetti su “molti dei lavori” sulla rete ferroviaria che sono in mano ad un Consorzio di imprese con Webuild capofila.

“Basta con i tagli”

“In Sicilia c’è bisogno di molto ma di sicuro non ci servono i tagli”. La segretaria generale della Cisl di Agrigento Caltanissetta Enna, Carmela Petralia, il segretario generale Filca Cisl Ag Cl En, Francesco Sodano, il segretario generale Fim Cisl Ag Cl En, Alessio Pistritto, il segretario generale Fit Cisl Sicilia, Dionisio Giordano sono netti nel commentare la revisione dei fondi del Pnrr da assegnare alla tratta ferroviaria siciliana”.

“Verso lo spopolamento”

“Alcune importanti città delle nostre province da tempo sono state private della mobilità ferroviaria – aggiunge Carmela Petralia – il processo evidentemente non è destinato a fermarsi se a farne le spese saranno tratte strategiche e fondamentali come la Enna – Caltanissetta Xirbi e la Lercara – Caltanissetta Xirbi. Queste scelte sono da contestare perché aggravano la situazione in territori già disagiati che assistono impotenti al fenomeno dello spopolamento”.

La morte del territorio

Secondo la Cisl, senza queste opere il territorio è sostanzialmente destinato a morire. “Com’è possibile – rimarca la segretaria generale della Cisl Ag Cl En – fare impresa, incrementare l’economia e i posti di lavoro, assicurare  benessere alle comunità se i servizi primari vengono tagliati. La mia amara constatazione riguarda anche la scomparsa di importanti uffici amministrativi, il drastico ridimensionamento di vitali presidi sanitari, la costante chiusura degli sportelli bancari. Piuttosto che sostenere le realtà più bisognose, maggiormente in difficoltà, si dirottano invece i fondi in altri territori. A cosa servono le statistiche di vivibilità delle province se quelle dove si sta male non vengono aiutate vedendosi sottrarre la linfa dei servizi”.