Scuole e banche, Enna si spoglia e la classe dirigente sta a guardare

Il ridimensionamento dell’offerta scolastica proposto nei giorni scorsi dal dirigente dell’Ambito Territoriale ennese fa il paio con la prospettata riduzione degli sportelli bancari che, prevista per tutta l’isola, non risparmia le aree interne. Puntuali sono le proteste degli addetti ai lavori e del mondo sindacale, nel tentativo di arginare un fenomeno che, invece, appare coerente con le politiche di “liquidità” coralmente promosse negli ultimi lustri. Le Istituzioni non rappresentano più presidi di democrazia e, soprattutto, non sono più calibrate alle esigenze dei territori.

Nessuno al timone

In tale contesto, in cui “rappresentanza” e “cittadinanza” vibrano alle fondamenta, si registra l’insostenibile leggerezza di chi è preposto a riflettere su temi di così elevata complessità. Viene da sorridere, nonostante la gravità della questione, nel vedere gli uomini di comando faticare per riparare, di volta in volta, le falle di una nave che affonda sempre più, senza premurarsi di prendere in mano il timone.

Si naviga a vista

Si continua, più o meno consapevolmente, a navigare “a vista”, quasi a volere anticipare un destino che sembra avere già segnato le nostre aree interne. I tentativi di coloro che si distinguono per vivacità politica sembrano più animati dall’impulso indirizzato alla conservazione della propria “cantina sociale”.

Rispetto a questa egoistica prospettiva, in cui la classe dirigente sembra avere fatto tesoro soltanto del principio dei vasi comunicanti, il motto in voga pare essere “si salvi chi può!”.

Massimo Greco