Troina. “Madonne con la polaroid” è il nuovo libro di Concetta Rundo

“Madonne con la polaroid” è il nuovo libro di Concetta Rundo, la libraia, o librivendola, come ama definirsi, che a Troina, da quasi un ventennio, dispensa cultura, senza dimenticare quel sogno nel cassetto, essere una scrittrice.
E lo fa con talento, con un modo di scrivere che la contraddistingue, che investe il lettore e lo trascina in una dimensione in cui l’io deve fare i conti con la propria “sofferenza”.
Lo ha fatto con “La bambina che parlava con le mani”, il suo primo libro, che raccontava di una bambina sordomuta, e oggi con “Madonne con la polaroid”, edito da Sikè.
Un viaggio tra realtà e fantasia, dove l’essere femminile, a partire dalla Vergine Maria, si incontra e si scontra con le primordiali origini. Dove la donna, madre e Vergine, è un tutt’uno con il mondo. Ne è fonte di vita, di sostentamento e di profonda gratitudine.
Un mondo dove gli uomini sono contemplati, quasi a margine, perchè il centro sono loro, le madonne che rimangono impresse per le loro azioni. Semplici, profonde, religiose, invisibili il più delle volte, ma che con cura e infinito amore, portano a termine il loro compito. Dove il ventre, fa da cassa di risonanza al dolore del mondo, che viene assorbito e trasformato in amore.
Madonne stampate nella memoria di chi le ha incontrate, come su di una istantanea polaroid.
In questo libro, Concetta Rundo, racconta la maternità, non come la si intende, ovvero come l’atto col quale si procrea, ma come l’atto “d’amare”. Lo fa raccontando di madri, figlie, sorelle, amiche, ma anche e soprattutto di donne come Cristina, l’educatrice dell’Oasi Maria SS. di Troina, che da “sempre” accudisce le ragazze disabili, come fossero proprie figlie, pur non essendo mai stata madre.
“Non si può essere madri per scelta, spiega Concetta Rundo, la maternità è insita nella creatura femminile, nella sua spiritualità, per questo imprescindibile. Tutto questo è tangibile non solamente nel ventre che si gonfia per far spazio a nuova vita, ma anche nella cura e nell’instancabile lavoro di molte donne che si inventano madri di figli mai concepiti fisicamente”.
Una maternità nuova, che è dono di ciò che si possiede, senza chiedere in cambio nulla. Come lo sguardo della Vergine Maria: che ci “fissa con una gratitudine nuova quando incrociamo il suo”.




“Le vedo muoversi dentro i giorni della settimana, le vedo correre mentre i figli crescono e il loro corpo cambia, le vedo fare tardi tra lavoro fuori e dentro casa. Come sarebbe stata l’umanità senza di loro? Mi sono detta. Così ho cominciato a scrivere tutto l’amore materno, l’amore femminile, l’amore filiale”.
“Madonne con la polaroid” è il diario intimo di un viaggio fatto durante la pandemia, durante il quale, la vita si è spogliata del superficiale, e ha indossato l’essenziale, facendo emergere ciò che davvero è importante. Gli attimi, i ricordi, le sensazioni che hanno segnato per sempre la vita dell’autrice, e che lei ha voluto condividere con i suoi lettori.
Sandra La Fico