Varese. Usura, sequestrato tesoro da un 1 M€ a leonfortese
Enna-Cronaca - 18/03/2009
Varese. Un lavoro vero non ce l’ha. Un reddito nemmeno. Almeno, sulla carta. Per il fisco, nel 2002 e 2003, ad esempio, viveva con 2mila euro l’anno: era praticamente un nullatenente. E invece, la Guardia di finanza di Gaggiolo gli ha sequestrato 1 milione di euro: un tesoretto che, secondo le indagini, è frutto di illecito arricchimento. L’uomo, Gaspare Greco, di 55 anni, originario di Leonforte, è stata arrestato mentre dava un prestito a usura, a un imprenditore edile, uno di quei padroncini a cui la banca non dava più soldi e che aveva bisogno di liquidità. Il patto era questo: io ti do 4500 euro subito, ti mi fai un assegno bancario a 40 giorni, di 5mila euro. E’ usura bella e buona, il tasso di interesse, su base annua, è infatti del 118%.
Lo scambio è avvenuto nel parcheggio di un supermercato a Masnago, dentro la macchina del presunto usuraio. Le fiamme gialle hanno visto tutto, sono intervenute, hanno arrestato Greco in flagranza, poi hanno seguito la traccia dei soldi, e sono arrivati alle sue proprietà: tutte confiscate, su richiesta del pm Tiziano Masini. Se le accuse reggeranno fino al terzo grado di giudizio, la confisca sarà detentiva.
L’elenco è presto detto. C’erano titoli in deposito per 303mila euro, depositi in conto corrente per 32mila euro, una bella Bmw 530 da 50mila euro che ora userà la Gdf al comando di Varese (in custodia giudiziale), una bella casa a Malnate da 100 metri quadri con cantina e box (in custodia ora al comune), da 350mila euro, e dentro mobili, tappeti e arredamento vario per 200mila euro. Infine, denaro per 10.500 euro. Il tesoretto è stato bloccato ieri dalle fiamme gialle, mentre Greco si trova in carcere da diversi giorni, con la accuse di usura, riciclaggio e illecito arricchimento e il tribunale del riesame ha già respinto la richiesta di scarcerazione. Tra i suoi precedenti c’è proprio una condanna per usura.
L’indagine è iniziata dopo un controllo a Gaggiolo. L’uomo stava portando dalla Svizzera all’Italia due assegni bancari, già compilati, del valore di 13mila euro, non dichiarati all’autorità doganale. Secondo le indagini, era denaro di provenienza illecita. Greco utilizzava infatti conti intestati a prestanome di sua fiducia, reclutati da tra nullatenenti milanesi. L’ipotesi è che in quei conti passassero i soldi guadagnati con tecniche simili a quelle scoperte nello scambio al supermercato.
Roberto Rotondo
varesenews.it