Calascibetta. Grido di allarme del Sindaco Cucci sui conti del Comune: è macelleria sociale
Calascibetta - 19/09/2014
Calascibetta. “I sindaci non possono essere solo gli esattori dei tributi per conto dello stato e della regione. Ormai il ruolo degli amministratori, per via delle continue riduzioni delle erogazioni di stato e regione agli enti locali, è quello di effettuare solo tagli a servizi che prima venivano sistematicamente garantiti” questo l’inizio di un grido di allarme sui conti del Comune del Sindaco Carmelo Cucci.
“Siamo alla vera e propria macelleria sociale. Il mio comune quest’anno – continua il primo cittadino – ha ancora subito riduzioni nelle erogazioni da parte dello stato e della regione per un totale di circa 350 mila euro. Riduzioni che si aggiungono a quelli più corposi dello scorso anno. Per via di questi tagli sono a rischio servizi pubblici sociali come l’illuminazione pubblica, le manutenzioni di strade e edifici, gli aiuti alle persone diversabili e tutti gli altri servizi che venivano assicurati già in maniera precaria con tali finanziamenti. Con questi tagli non sarà possibile far quadrare il bilancio se non ricorrendo all’aumento delle imposizioni fiscali. Diversamente c’è il rischio del dissesto economico. Non è solo la situazione di Calascibetta, ma ormai tutti i comuni della provincia, tranne sparute realtà ove si riscuotono royalties particolari, ma anche della quasi totalità dei comuni dell’isola. E allora bisogna far capire alla regione ed allo stato che i piccoli comuni, che solo in Sicilia sono circa 300 su un totale di 400, non possono farcela più. Non possiamo continuare a tartassare di tributi cittadini che vivono di pensione modeste, almeno il 70 % vive con una pensione al minimo, con una alta percentuale di giovani disoccupati che vanno via e impoveriscono la nostra popolazione contribuendo anche allo sperpero immobiliare di abitazioni che si chiudono e vanno in rovina perché le famiglie che li abitano vanno al nord o all’estero”.
Coclude Cucci: “Con le attuali erogazioni il mio comune ormai riesce a garantire solo le retribuzioni dei dipendenti, il pagamento delle rate dei mutui, e il pagamento di qualche bolletta di luce, gas, ecc. Anche l’Anci si deve far carico di queste situazioni e necessità, i sindaci non possono essere abbandonati nel trovare soluzioni impossibili se non tagliando servizi o aumentando le tasse.
Non è il ruolo politico sociale che ogni primo cittadino deve avere nel proprio comune.
Se si va avanti così nessun sindaco può e deve restare al proprio posto”.