Piazza Armerina. Ricorso in Cassazione per l’omicidio di Calogero Abati
Enna-Cronaca - 31/03/2014
Piazza Armerina. Vincenzo Puglisi Cannarozzo ed il padre Gugliemo di Piazza Armerina vengono ritenuti autori di un omicidio volontario in concorso nei confronti di Calogero Abati (nella foto), accoltellato nei pressi del loro negozio, dopo una lite scaturita per il pagamento di 100 euro per un lavoro di imbianchino che stava facendo il giovane Abati nel loro negozio, soldi che gli servivano per andare ad acquistare delle medicine per il figlio. A conclusione delle indagini preliminari, il Pm Anna Granata, ha evidenziato che il padre Gugliemo non ha partecipato all’accoltellamento ma avrebbe avuto un ruolo di “concorso morale“ nell’uccisione del giovane imbianchino armerino. La Procura su questo omicidio ha presentato ricorso presso la Cassazione perché sono stati concessi gli arresti domiciliari a Vincenzo, mentre la Procura vorrebbe l’ordinanza di arresto in carcere. Anche la difesa, con gli avvocati Norberto Leggieri e Flavio Sinistra, ha presentato ricorso, chiedendo di escludere l’omicidio volontario in questa vicenda ed il giovane Vincenzo, negli interrogatori, ha sempre sostenuto che l’omicidio è scaturito a seguito di una lite. I due ricorsi alla Cassazione saranno trattati il prossimo 10 aprile. Sulla morte per accoltellamento del giovane Calogero Abati l’inchiesta, è stato condotta dalla squadra mobile e dagli agenti del commissariato di Piazza Armerina e per loro, sulla base dei riscontri ricevuti, si è trattato di omicidio volontario. Nella lite Abati avrebbe colpito ad una spalla il giovane Puglisi, quindi i due si erano allontanati, poi Abati è tornato, ed hanno continuato a litigare ma questa volta Vincenzo Puglisi era armato di coltello, che il padre aveva nascosto in un vaso vicino al loro negozio per cui all’arrivo di Abati, la lite è ripresa più cruenta, si è lanciato con l’imbianchino e lo ha colpito più volte, ferendolo mortalmente.
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