Fa maggiore chiarezza sulla sua uscita di scena l’ex vicesindaco di Valguarnera
Valguarnera - 06/03/2013
Valguarnera. L’ex vicesindaco Valerio Caltagirone dimessosi nei giorni scorsi, dopo qualche giorno di riflessione, fa maggiore chiarezza sulla sua uscita di scena. Ad indurlo le tante e più disparate conclusioni che sono state tratte in questi giorni negli ambienti politici e non. Lo fa con una lettera indirizzata al sindaco Sebo Leanza, al consiglio comunale e alla cittadinanza tutta. Una lettera il cui primo destinatario è però esclusivamente il primo cittadino, densa di attente riflessioni e critiche severe per quello che poteva essere ma non è stato. “Sono stato dibattuto – inizia- se addurre motivi personali o di natura politica ma per rispetto della gente e per onore della verità credo sia opportuno dare le giuste motivazioni.” Caro Sindaco – inizia la lettera: Il sottoscritto e tanti altri, sostenitori di un nuovo progetto politico, ti abbiamo votato perché convinti che la tua esperienza, saggezza e amore per il paese, avrebbero portato quella ventata di entusiasmo e rinnovamento che lo avrebbero fatto uscire da una crisi perenne. Pensavo inizialmente di vivere un sogno, segnando una forte svolta politica e amministrativa col passato, ma col passare del tempo questo sogno ho dovuto rimetterlo nel cassetto . Inizialmente –sottolinea- abbiamo vissuto una fase positiva durante la quale tu, io e Nino Santamaria siamo stati artefici di tante cose: l’illuminazione e l’ampliamento del cimitero, la sistemazione del mercato settimanale, l’avvio del servizio civico, l’uso degli impianti sportivi e tante altre cose. Sembrava una vera svolta ma poi tutto, ahimè, è scemato, anche a causa di diatribe interne.” Uno dei motivi per l’ex vicesindaco è stato un mancato raccordo con la società civile: “Non siamo stati capaci di incontrare la gente per spiegare tutto ciò che si era riusciti a fare e le difficoltà che avevamo vissuto. La nostra credibilità è stata erosa giorno dopo giorno e a nulla sono avvalsi –continua la lettera- i miei modesti consigli che non hai saputo ascoltare”. Ma a fare traboccare il vaso c’è stato dell’altro, la crisi economica e quella interna al movimento politico: “Successivamente- continua- siamo stati travolti dai problemi riguardanti l’approvazione del Bilancio, l’Imu, la Tia e quant’altro, che ci ha fatto perdere quella minima intesa con i gruppi consiliari che avevamo intrapreso il nostro cammino e con la gente che non ha avuto più fiducia sul nostro operato e che giornalmente mi manifestava il proprio dissenso. Solo in quel momento ho capito, dopo una seria e attenta analisi, che le mie dimissioni si rendevano necessarie ed ineludibili. Per me, era un altro il modo di fare politica.” Caltagirone ora spera che si apra una nuova fase. “Mi auguro adesso come prima cosa, che con il Consiglio Comunale, oggi frammentato, ma spesso inascoltato e dimenticato, avvenga un profondo chiarimento politico mettendo anche in discussione ruoli e figure precedentemente precostituite. Per quanto riguarda il mio successore faccio voti affinché tutto non si risolva in una corrida fra amici e parenti nella nomina o di avere vantaggi più o meno diretti. Termino dicendoti che non ho inteso sbattere la porta, non è mia abitudine abbandonare la nave nei momenti di difficoltà, da parte mia ho cercato sempre di assumermi le mie responsabilità, anch’io non mi sento esente da errori, ma ho agito sempre col massimo impegno e buona fede. Il motivo di questo mio gesto, condivisibile o meno, è perché voglio mettere fine ad un modo di operare, di fare politica, non più in sintonia con il sentire della pubblica opinione. Spero infine –sempre rivolto al sindaco- che farai una Giunta nuova, che sia capace di ricostruire il consenso perduto e di attivarti per un miglior impiego delle risorse umane, per una migliore viabilità, sicurezza, verde pubblico e servizi efficienti. Potrei aggiungere tante altre cose -conclude Caltagirone- alle quali non sei riuscito a dare le necessarie e definitive soluzioni, forse per il tuo modo di essere o per eccessivo protagonismo. E’ con questi sentimenti che nel congedarmi, auguro a te come primo cittadino, al Consiglio Comunale e a tutta la nostra collettività ogni bene”.