La statale 290 che da Calascibetta giunge al bivio per Villapriolo rimane ancora chiusa
Calascibetta - 24/08/2012
Tre sopralluoghi, tante discussioni, ma la statale 290, nel tratto che da Calascibetta giunge al bivio per Villapriolo, rimane ancora chiusa. I macigni, che lo scorso mese di marzo si sono staccati dal costone roccioso, continuano ad occupare l’importante arteria che collega l’area nord con quella sud dell’Ennese. Adesso, il sindaco di Villarosa Francesco Costanza ha deciso di chiedere l’intervento del Prefetto di Enna. “Occorre mettere in atto, al più presto, un tavolo tecnico – ha detto il primo cittadino di Villarosa- al fine di iniziare a concordare gli interventi da fare. Il tutto con la guida del prefetto”. Attualmente, a distanza di sei mesi della frana, l’unica cosa certa è la chiusura della strada, sbarrata dai gard-rail dell’Anas poiché invasa dalle grosse pietre cadute dalla parete rocciosa situata lungo un’area che ricade all’interno del Demanio Forestale in contrada Gaspa La Torre. L’ultimo tentativo, quello di realizzare un bay-pass, è andato a vuoto. Il proprietario del terreno ha chiesto per l’esproprio quattrocentomila euro. Una cifra molto alta che il comune di Villarosa non può certamente sborsare. Si vorrebbe allora tentare di operare direttamente sul costone roccioso: sganciare la parte pericolante (in Sicilia ci sono squadre di esperti rocciatori) e successivamente mettere in sicurezza, tramite anche l’utilizzo delle reti metalliche, l’intera parete. Probabilmente è l’unica soluzione possibile. Senza la messa in sicurezza della costone, infatti, l’Anas ha scritto a chiare lettere che non sgombererà la strada dai macigni. Intanto gli automobilisti gridano alla vergogna. “Da sei mesi si tiene chiusa una strada che collega non solo diversi paesi dell’Ennese, ma anche qualche grosso centro del palermitano, come Gangi e Alimena. Sino ad oggi – sostengono – è stato fatto poco e niente. Dov’è la classe politica provinciale e regionale? Per chi viaggia i sacrifici sono notevoli. Occorre che tutte le istituzioni facciano la loro parte”. Duro il commento della gente, ma del resto non ha torto. Per chi viaggia infatti i tempi di percorrenza si sono raddoppiati, oltretutto le strade alternative, quelle di Gaspa La torre e dell’Altesina, sono molto insidiose. E con l’arrivo delle prime piogge autunnali lo saranno ancora di più. Antonio Gallina, che ogni giorno da Villapriolo si reca a Calascibetta, dove gestisce un’attività commerciale, non si da pace. “Su questa questione sembra essere sceso il silenzio. Gli enti preposti, i politici, devono capire che ogni giorno ci sono tanti lavoratori che mettono a repentaglio sia i mezzi sia la vita, poiché le strade alternative non sono sicure. Ho sentito che il sindaco di Villarosa ha chiesto l’intervento del prefetto di Enna. Lo ritengo giusto, ci affidiamo al buon senso del prefetto”. Ma le difficoltà sono anche per chi deve raggiungere Nicosia, Villadoro, Sperlinga e il borgo di Cacchiamo, dove i circa 200 abitanti stanno affrontando parecchi sacrifici. Insomma, è arrivato il momento che la fastidiosa burocrazia, che sta distruggendo l’Italia, si metta da parte.
Francesco Librizzi