Immigrati. Uil Enna: no permessi a punti
* Enti-Associazioni-Sindacati - 12/03/2012
Enna. La Uil provinciale, attraverso il suo rappresentante Santo Pane, è molto critica sull’introduzione del permesso di soggiorno a punti, in vigore dal prossimo 12 marzo. “Premeso – dice Santo Pane, dirigente Sindacale della Uil provinciale – che il permesso a punti è stato voluto nel 2009 dal precedente Governo con il “pacchetto sicurezza”. Si tratta di una legge dal carattere volutamente ostile nei confronti dei cittadini immigrati, una legge ripetutamente contestata sia dalle sentenze italiane ed europee. Questa disposizione sembra essere stata studiata non per agevolare le cose ma bensì per complicare inutilmente la vita ed il lavoro dei nuovi cittadini stranieri che entrano in Italia a partire lunedì prossimo. Inoltre, l’entrata in vigore di questa norma appare presupporre un farraginoso sistema di valutazione dei presunti meriti e demeriti degli stranieri e necessiterà per la sua applicazione di una struttura di controllo che dovrebbe poggiare sulle Questure e sugli sportelli unici per l’immigrazione, già oberati da funzioni”.
Per Santo Pane sarebbe opportuno delegare gli Enti Locali, vale a dire i Comuni. Si potrebbe considerare un contratto unilaterale che impone obblighi e costi agli stranieri senza offrire in cambio né mezzi né benefici. Ad esempio agevolazioni ai nuovi cittadini di studiare la lingua italiana, ma non si mette a disposizione alcun finanziamento e nessuna struttura formativa di supporto. E’ sicuramente inutilmente punitivo anche l’obbligo di arrivare a 30 crediti entro 3 anni, pena il rischio di espulsione (a discrezione del Prefetto). Santo Pane infine fa notare che vi è un omissione del legislatore: tra i soggetti esclusi dal nuovo obbligo di valutazione per debiti e crediti, mancano i rifugiati e quelli con permesso umanitario, che semplicemente non vengono citati nel DPR. E’ ben noto che, per definizione, i rifugiati non possono essere espulsi. Non averli esclusi esplicitamente da questo dispositivo sembra una grave dimenticanza. “Per queste ragioni – conclude Santo Pane – la UIL chiede espressamente al Governo di voler riconsiderare questa norma , che ha un contenuto penalizzante per gli stranieri onesti ed è estranea ad ogni logica di semplificazione”.