Barrafranca. Otto arresti, smantellata associazione per delinquere responsabile di tre omicidi per il controllo del traffico di stupefacenti
Enna-Cronaca - 23/11/2011
Barrafranca. A partire dalle prime ore della mattinata odierna, nell’ambito dell’operazione denominata “BELVEDERE”, oltre centocinquanta Carabinieri del Comando Provinciale di Enna, l’operazione è stata diretta dal Comandante Provinciale dei Carabinieri, Ten. Col. Baldassare Daidone, con il supporto dei militari dei Nuclei Cinofili di Nicolosi (CT) e Palermo e del Nucleo Artificieri di Palermo, hanno dato esecuzione a n. 8 ordini di custodia cautelare emessi dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Caltanissetta, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia nissena, nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili a vario titolo, in ordine a tre omicidi commessi maturati nell’ambito di una grave frattura interna alle organizzazioni dedite al traffico di sostanze stupefacenti, in particolare tra la Germania e Barrafranca, nella quale con ogni probabilità possono essere inquadrati anche un omicidio avvenuto a Colonia (Germania) nel 2002 ed un altro tentato omicidio verificatosi a Barrafranca nel luglio del 2008, quello ai danni di TAMBE’ Vincenzo che dopo pochi giorni dal suo rientro dalla Germania venne attinto da due colpi di fucile a canne mozze che venivano parzialmente deviati dal montante della Fiat Barchetta di cui si trovava alla guida.
Si ha serio motivo di ritenere che la consumazione di altri omicidi è nello specifico programma criminoso degli arrestati e dei loro solidali.
Le indagini, avviate nel novembre dello scorso anno per contrastare il traffico degli stupefacenti nell’area barrese, hanno permesso di acclarare le responsabilità di alcuni dei soggetti arrestati in ordine ai seguenti fatti di sangue:
– Omicidio di CARONTE Salvatore avvenuto in Barrafranca tra il 18 e il 21 novembre 2007; il cadavere fu rinvenuto ai margini di una strada interpoderale in un campo coltivato ad ortaggi con una ferita di arma da fuoco alla testa;
– Omicidio di MAROTTA Maurizio Antonio avvenuto il 26 dicembre 2010 nei pressi del bar Matrix sito in viale della Repubblica di Barrafranca, poco dopo essere salito sulla propria autovettura, unitamente al fratello MAROTTA Gaetano, anch’egli rimasto ferito alla gamba;
nell’occasione il Comune di Barrafranca ordinò la chiusura del bar dove l’omicidio era stato consumato, motivando il provvedimento sul riscontro della frequentazione di persone pregiudicate anche nella considerazione che, nella circostanza dell’omicidio, nessuno dei presenti, non solo non rese alcuna dichiarazione utile agli inquirenti, ma addirittura non vennero chiamate le forze dell’ordine dopo la sparatoria; infatti lo stesso proprietario del bar si era limitato a richiedere l’intervento del 118 riferendo che una persona era rimasta ferita in un incidente stradale omettendo qualsiasi riferimento alla sparatoria;
– Omicidio di TAMBÉ Gianni avvenuto l’ 11 agosto 2011 all’interno del bar Black Out sito in viale della Repubblica di Barrafranca dove il killer entrava esplodendo numerosi colpi d’arma da fuoco, uno dei quali, andava a colpire anche un ignaro avventore che rimaneva leggermente ferito.
L’indagine condotta dal dipendente Nucleo Investigativo coadiuvato da personale della Stazione CC di Barrafranca e diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Caltanissetta, e tutt’ora in corso, ha permesso di acclarare l’affermarsi di organizzazioni di tipo mafioso –operanti con tipici metodi mafiosi e già dotate di una capacità intimidatoria da indurre alla paura ed alla omertà, dedite principalmente al traffico di stupefacenti. Tali organizzazioni ed i loro affiliati si rapportano alla tradizionale famiglie di Cosa Nostra di Barrafranca ora in termini di stratta collaborazione e collegamento ora concorrendo con la stessa per il controllo del territorio. Nell’ambito delle investigazioni sono emersi stretti legami tra gli arrestati e la comunità barrese presente in Germania, fortemente rappresentata soprattutto nella città di Colonia: lo stesso Maurizio Antonio Marotta trova la morte al paese natale nonostante avesse residenza tedesca da ormai da 10 anni.
I moventi degli omicidi sono da ricondurre sia alla necessità di assicurarsi il controllo ed il monopolio del traffico degli stupefacenti e delle cocaina in particolare, dopo una rottura degli equilibri preesistenti anche a seguito dell’ingrandirsi del volume e dell’importanza degli affari trattati, ed alla esigenza comunque di affermare la propria capacità di intimidazione e di controllo sul territorio (è il caso in particolare dell’omicidio CARONTE, ucciso per il poco rispetto dimostrato con il suo comportamento).
Le indagini, condotte con modalità investigative di tipo tradizionale e tecnico, hanno trovato conferma dopo che si è riusciti ad ottenere la collaborazione di alcune persone vicine ai membri del sodalizio criminale, le cui dichiarazioni testimoniali hanno permesso di acclarare ulteriormente il nuovo quadro criminale barrafranchese.
I soggetti arrestati sono:
Ritenuti responsabili di omicidio:
– TAMBÉ Luigino, 35enne, barrese, pregiudicato, coniugato, ritenuto responsabile unitamente al fratello TAMBÈ Carmelo dell’omicidio Caronte e, unitamente a LA ROSA Orazio, dell’omicidio Marotta;
– TAMBÉ Carmelo, 28enne, barrese, pregiudicato, ritenuto responsabile unitamente al fratello TAMBÈ Luigino dell’omicidio Caronte e, unitamente a LA ROSA Orazio, dell’omicidio Marotta;
– LA ROSA Orazio, 40enne, barrese, pregiudicato, ritenuto responsabile unitamente a TAMBÈ Luigino e Carmelo dell’omicidio Marotta;
– GAGLIANO Claudio, 39enne, barrese, ritenuto responsabile dell’omicidio TAMBÈ Gianni;
Ritenuti responsabili di aver trafficato in concorso tra loro stupefacenti:
– SCALETTA Vincenzo, 46enne, barrese, pregiudicato;
– SCALETTA Salvatore, 24enne, barrese, pregiudicato, figlio di Vincenzo;
– MONTE ROCCO Michele, 33enne, barrese, pregiudicato;
– SALVAGGIO Alessandro, 37enne, barrese, pregiudicato, già detenuto presso il carcere “Pagliarelli” di Palermo.
Nel corso delle indagini, inoltre, sono stati recuperati oltre 200 grammi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, due pistole con matricola abrasa ed illegalmente detenute e il relativo munizionamento.
Barrafranca 22 novembre 2007. Salvatore Caronte, 40 anni, rinvenuto cadavere, in un campo di carciofi, a circa cinque chilometri da Barrafranca, sulla provinciale che porta a Mazzarino, un solo colpo di pistola alla regione occipitale con fuoruscita del proiettile dal naso e la morte immediata. L’auto, con la quale Salvatore Carone era solito girare per Barrafranca e dintorni, fu trovata ad un chilometro di distanza da dove fu rinvenuto il cadavere. Salvatore Caronte solitamente andava in giro con la sua macchina ed un cagnolino, si sentiva perseguitato dalla gente, aveva lavorato per circa 17 anni in Germania, come gessista, dove, sembra, avrebbe avuto problemi con la giustizia tedesca. Rientrato a Barrafranca viveva della pensione tedesca e di piccoli lavoretti saltuari.
Barrafranca 26 dicembre 2010. Maurizio Marotta, 31enne, aveva precedenti di droga. Nell’agguato è stato ferito anche il fratello della vittima, Gaetano, 32 anni, che ha chiamato il 118. I due fratelli vivevano a Colonia, in Germania, ed erano tornati a Barrafranca per trascorrere le vacanze natalizie in famiglia e per consentire alla sua compagna, una ragazza polacca, di dare alla luce una bambina presso l’ospedale Chiello di Piazza Armerina . I due fratelli si trovavano a bordo di una Alfa Romeo 164 ferma in una strada del centro cittadino, nei pressi di un bar, quando l’auto è stata raggiunta da diversi colpi che hanno centrato Maurizio Marotta e ferito il fratello, trasportati i due fratelli all’ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta, Maurizio è poi morto dopo essere giunto agonizzante. In quella circostanza il bar, che si trova nel viale della Repubblica, su segnalazione del comitato provinciale per l’ordine pubblica e la sicurezza, il sindaco emise ordinanza di chiusura per cinque giorni, in quanto il proprietario si rifiutò –per paura- di dare indicazioni ai carabinieri di Barrafranca. Interpol e la polizia tedesca, eseguirono una perquisizione nella casa di Colonia abitata da Maurizio Marotta, assieme alla convivente, fino a prima che quest’ultimo scendesse in Sicilia. Nell’abitazione fu sorpreso il fratello di Maurizio Marotta, Calogero, 39enne emigrato in Germania a circa metà degli anni 90, e sul quale pendevano due ordini di cattura per furto aggravato e tentata rapina, reati commessi in Germania. Calogero Marotta, che in Sicilia prima di emigrare era stato coinvolto in qualche episodio connesso agli stupefacenti (per questo era stato condannato nel 93’ ad 8 mesi di reclusione) ed a qualche furto, in Germania aveva proseguito la sua attività criminale, tanto da divenire latitante e trovare rifugio nell’abitazione del fratello.
Barrafranca 11 agosto 2011. Gianni Tambè, 45 anni, intorno alle 18,30 a cadere sotto i colpi di un killer, commerciante, pregiudicato, ex sorvegliato speciale. Gianni Tambè lascia la moglie e due figli, era stato coinvolto nell’operazione antidroga Plutone. Stesso modus operandi con l’ultimo omicidio avvenuto la sera di Santo Stefano quello di Maurizio Marotta, entrambi sono stati uccisi in via della Repubblica da un killer col volto travisato e armato di una pistola calibro 7,65. Il killer di Gianni Tambè ha agito con una certa spregiudicatezza, è entrato nel bar alla ricerca di Tambè con il volto parzialmente travisato, Tambè ha capito che il killer era entrato per lui, ha cercato di scappare, ma è stato freddato da due colpi di pistola, mentre un ragazzo è stato colpito di striscio da una pallottola vagante ed è stato medicato all’ospedale Umberto I e dimesso. Il killer dopo aver esploso decine di colpi è fuggito a bordo di una Fiat Panda guidata da un complice. Tambè aveva in tasca la somma di 2.600 euro. Sul luogo del delitto sono arrivati quasi subito i figli di Tambè, che poi hanno seguito l’ambulanza fino al S.Elia di Caltanissetta, ma Gianni Tambè è morto durante il tragitto. Il 6 novembre 2010 Gianni Tambè fu arrestato con l’accusa di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Il Tambè era stato successivamente scarcerato e sottoposto dapprima agli arresti domiciliari e poi alla misura dell’obbligo di firma presso il Comando Stazione di Barrafranca. La Corte di Cassazione, pronunciatasi a seguito di ricorsi nel procedimento penale in questione, tenuto conto dei precedenti ed i gravi indizi di colpevolezza emersi nel corso delle indagini a carico di Gianni Tambè dispose nuovamente la custodia cautelare in carcere.