Elezioni del Libero consorzio, l’ente poco vasto
Enna-Cronaca - 25/04/2025
Il 27 aprile 2025 sarà una data storica per la regione Sicilia e non solo perché i 9 enti di area vasta si doteranno degli organi di governo dopo un lungo commissariamento durato 11 anni. Per la prima volta, infatti, si darà concreta attuazione all’art. 15 dello statuto siciliano che, a differenza delle Regioni a
statuto ordinario, non ha affidato alle Province il governo dell’area vasta ma ai Comuni. In tale contesto, in cui i cittadini/elettori trasferiranno i propri diritti di elettorato attivo e passivo in capo agli amministratori locali (Sindaci e Consiglieri comunali), la rivoluzione ordinamentale non deriverà, come appare, dall’elezione di 2° grado degli organi di governo del Libero consorzio comunale di Enna ma
dalla scelta di fare a meno di un ente territoriale di governo dotato di autonomia politica.
Il nuovo ente
Il nuovo ente di area vasta sarà infatti un ente pubblico non territoriale che presenterà solo due tipi di autonomia, quella amministrativa e quella finanziaria, risultando sprovvisto della terza autonomia, quella politica, di cui era invece dotata la Provincia regionale. Mentre la Provincia è certamente l’ente
esponenziale della rispettiva comunità, l’ente consortile siciliano è soltanto l’ente esponenziale dei propri Comuni. Tale ente non costituisce un ente territoriale con competenze potenzialmente rappresentative della generalità degli interessi sociali, economici e culturali delle comunità amministrate, cioè legati alla pluralità degli interessi propri della collettività rappresentata. Ora, mentre per gli enti locali territoriali
di governo è un dato definitivamente acquisito come la loro autonomia vada in primo luogo intesa quale potere di indirizzo politico-amministrativo, per quelli non territoriali, quali sono i Liberi consorzi comunali, sono previste modalità di attuazione delle scelte di indirizzo politico di ciascun Comune tramite la mediazione della specifica formula consortile. Ciò, perché l’ente pubblico consortile risulta pur sempre una proiezione degli enti stessi.
Le Unione dei Comuni
Un altro aspetto che contribuirà non poco ad indebolire l’autorevolezza istituzionale dei nuovi enti di area vasta è rappresentato dalla nascita spontanea (e dal basso) di 11 Unioni di Comuni per la gestione delle risorse assegnate dalla Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI) alle rispettive aree interne. A differenza delle Unioni di Comuni di 1° generazione il cui esercizio associato di funzioni e servizi era finalizzato a superare le difficoltà legate alla frammentazione dei piccoli Comuni e per conseguire condivisibili obiettivi di razionalizzazione della spesa e di una maggiore efficienza dei servizi, per questa nuova tipologia di Unioni di Comuni – di 2° generazione – l’esercizio associato delle funzioni amministrative è proiettato alla promozione di politiche di sviluppo territoriale, ovvero di “area vasta”. Una funzione che l’ordinamento (sia statale che regionale) affida tradizionalmente alla sola cura dell’ente territoriale di governo intermedio (Provincia). Il caso più eclatante è quello dell’Unione di Comuni “Area interna di Troina” che, aggregando ben 14 Comuni della provincia di Enna sui 20 chiamati a far parte del futuro Libero consorzio comunale di
Enna, si prepara a gestire 40 milioni di euro messi a disposizione dal piano di sviluppo e coesione territoriale.