Dipietro a Talk Sicilia, “per il raddoppio ferroviario la stazione di Enna sarà a Sacchitello”
Enna-Cronaca - 09/04/2025
E’ un altro paradosso siciliano il raddoppio ferroviario che collegherà Catania e Palermo: una volta concluso, porterà dei disagi alla comunità di Enna. In che modo? Lo svela il sindaco, Maurizio Dipietro, intervenuto nella trasmissione Talk Sicilia, per discutere delle criticità in cui vivono i territori delle cosiddette Aree interne.
La stazione di Enna a Sacchitello
“E prevista la realizzazione – ha detto Dipietro – di una nuova stazione che sarà allontanata da Enna rispetto a quella attuale e sarà allocata nella zona di Sacchitello. Come è di tutta evidenza sarà poco funzionale per gli ennesi perché un residente di Enna, per recarsi in stazione, dovrà prendere la macchina, arrivare a Sacchitello, per poi posteggiare e finalmente prendere il treno. Se percorresse altri 25 minuti in macchina arriverebbe a Catania”.
Altro che Alta velocità
Il sindaco, in merito alle condizioni del trasporti, che sono tra i peggiori d’Europa, e degli investimenti sulle rotaie, evidenzia che le imponenti risorse, con il Pnrr, per finanziare il raddoppio ferroviario, non porteranno affatto treni di alta velocità, anzi. “Non hanno neanche il coraggio di chiamarla Alta velocità ma Alta capacità, che non ho capito che cosa significhi, in ogni caso nonostante l’impiego di risorse straordinarie credo tra i 4 ed i 5 miliardi di euro la velocità media sarà all’incirca di 150 chilometri orari. Quanto invece è noto a tutti che l’Alta velocità raggiunge probabilmente il doppio di quella velocità”.
Svincoli A19 aperti prima di Pasqua, Panoramica da farsa
Enna è tra le città siciliane più isolate per via dei lavori, che durano da anni, agli svincoli della A19 ma il sindaco svela di aver avuto un’interlocuzione con i vertici dell’Anas che hanno assicurato la riapertura prima di Pasqua. Sulla Panoramica, la Sp 28, chiusa da 16 anni, interessata da diversi crolli ed i cui interventi sono di competenza del Libero consorzio, c’è ancora una grande nebulosa anche se dall’ex Provincia fanno sapere i lavori dovrebbero riprendere nel 2026. “E’ stato rifatto un progetto ex novo ma nonostante le rassicurazioni da parte di parlamentari nazionali e regionali sulle risorse economiche assegnate a Libero Consorzio ormai da un annetto ad oggi lì non c’è una pietra che dimostri che si sta ricominciando a costruire, peraltro si tratta di un’opera di Protezione civile” ha detto il sindaco di Enna.
Servizio idrico tra i più cari in Italia
Enna ed altre province siciliane, come Caltanissetta ed Agrigento, hanno vissuto una pesantissima crisi idrica, superata, per fortuna, dal riempimento della diga Ancipa e dalla realizzazione di nuovi pozzi. Solo che ad Enna, il costo del servizio è tra i più cari in Italia. “È stato affidato – ha detto il sindaco – il servizio a un gestore privato per 30 anni ma in merito agli investimenti hanno avuto una copertura pubblica per una percentuale del 69% degli stessi mentre il 31% è rimasto a carico delle tariffe che pagano dunque gli utenti. Questa è una delle ragioni delle tariffe particolarmente esose che ci sono in provincia di Enna”.
Lo scarso peso politico di Enna
Eppure nell’Agrigentino e nel Nisseno la quota a carico degli utenti è infinitamente più bassa, intorno al 5%. ” Bisogna avere una forza politica che Enna non ha più da anni sia sul tavolo regionale innanzitutto e poi sul piano nazionale” ha aggiunto Dipietro
Le responsabilità degli altri sindaci
Dipietro assicura che negli anni in cui era alla presidenza dell’Ati aveva pianificato un piano tariffario meno soffocante per i contribuenti ma gli altri sindaci non avallarono la sua proposta. “Io ho avuto la responsabilità di guidare l’Ati per qualche anno, anche se sono stati anni in cui l’Ati non aveva un grandissimo – ha detto il sindaco di Enna – potere perché non era stato completato il passaggio delle funzioni tra l’Ato in liquidazione e l’Ati che è il nuovo ente. All’epoca lavorammo alla riduzione delle tariffe, consapevoli del fatto che una delle province tra le meno ricche d’Italia, per usare un eufemismo, non poteva permettersi la tariffa più alta d’Italia. Questa mia proposta, che nel 2021 poteva diventare realtà non ebbe la maggioranza della dell’Assemblea territoriale idrica”.
Divorzio da AcquaEnna? Serve volontà politica
E sempre in tema di acqua e di tariffe, ad Enna c’è un dibattito vivace attorno alla possibilità di separarsi da AcquaEnna, il gestore idrico, con cui l’Ati ha sottoscritto un contratto pluriennale. A chiedere il divorzio sono soprattutto i Comitati di cittadini, “che hanno avuto un ruolo importante nella crisi idrica”, ed in qualche Consiglio comunale dell’Ennese le assemblee hanno dato mandato alle amministrazione di verificare se vi sono le condizioni per tagliare i ponti con il gestore. “Io non ho gli elementi ovviamente per dire che le condizioni dal punto di vista giuridico ci sono però penso che dal punto di vista politico tutti i tentativi vadano fatti anche in direzione di una possibile risoluzione del rapporto anticipato con il gestore privato” ha detto il sindaco di Enna.
Come evitare una nuova crisi idrica
Il sindaco di Enna ha anche fornito la sua idea su come evitare il ripetersi di un’altra drammatica crisi idrica. “Io inizierei dalla più semplice: evitare che la diga dell’Ancipa, le condotte – ha aggiunto Dipietro – portano l’acqua a tutti i territori ennesi e non solo, perdano tra gli 80 e 90 litri al secondo. Occorre iniziare con il rifacimento di quelle condotte. E poi c’è il tema dei dissalatori su cui mi pare di capire che la Regione Siciliana qualcosa sta facendo già. Poi c’è il problema di alcuni invasi che sono stati realizzati e non completati mentre altri invasi sono completati ma non è ben chiaro perché non vengano messi in funzione”.