L’omicidio Scialfa ed i dubbi del padre sono sepolti per sempre
Enna-Cronaca - 31/03/2025
“Giovanni Scialfa non ha mai creduto che le cose sulla morte della sua Vanessa fossero andate così come le avevano raccontate negli atti processuali”. Lo afferma Eleanna Parasiliti Molica, avvocato della famiglia di Vanessa Scialfa, la 20enne ennese vittima di femminicidio avvenuto nell’aprile del 2012 per mano dell’allora compagno, condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione. E quei dubbi resteranno sepolti nella tomba di Giovanni Scialfa, il padre della povera ragazza, deceduto nei giorni scorsi a Catania, per i cui funerali è stata avviata una raccolta fondi.
La ricostruzione del legale
Il legale rispolvera i dubbi del padre della donna e ricorda un episodio. “Aveva letto e riletto tante volte – dice l’avvocato Eleanna Parasiliti Molica – quelle pagine e soprattutto aveva studiato giorno e notte quei tabulati telefonici che avrebbero imposto di attenzionare il ruolo di un poliziotto all’epoca dei fatti, parliamo del 2012, in servizio presso la squadra mobile della Questura di Enna ove svolge ancora servizio. Quei tabulati, infatti, smentiscono la relazione di servizio del poliziotto che confermò, scrivendo nero su bianco, la versione dei fatti dell’omicida. Eppure l’assassino si scoprirà subito dopo il delitto era il confidente proprio di quel poliziotto”.
Il muro di gomma
L’avvocato della famiglia Scialfa assicura che “tutte le istanze di verità avanzate da Giovanni si sono fermate davanti ai muri di gomma. A volte gli è stato detto: vi abbiamo dato un colpevole ed un corpo su cui piangere che volete di più? la morte di Vanessa rimane ancora piena di troppi misteri”.
I danneggiamenti alla tomba
“Così come impuniti sono rimasti gli autori di due danneggiamenti alla tomba ed alla stele commemorativa di Vanessa avvenuti nel settembre e nel novembre del 2020” conclude l’avvocato Eleanna Parasiliti Molica.