Libero consorzio, storia di un fallimento annunciato
Enna-Provincia - 28/03/2025
Dopo 13 lunghi anni di commissariamento, e salvo imprevisti dell’ultima ora, il prossimo 27 aprile 2025 ciò che rimane della soppressa provincia regionale di Enna sarà dotato degli organi di governo su base elettiva di 2° grado.
Chi voterà
Il diritto di elettorato attivo e passivo, prima esercitato dai cittadini, sarà trasferito in capo a consiglieri e
sindaci dei Comuni che fanno parte del cosiddetto “libero consorzio comunale”. Questa modalità elettorale è certamente il risultato di una “riforma interrotta” fortemente voluta dalla coppia Renzi-Crocetta e tollerata da un’Assemblea Regionale Siciliana che non ha mai voluto modificare l’art. 15 dello statuto regionale per introdurre l’ente intermedio “provincia” in sostituzione del “libero consorzio
comunale”.
L’inerzia della Regione
L’ARS, che in questi anni è stata puntualmente umiliata dalle sentenze della Corte costituzionale, non ha voluto neanche copiare l’iniziativa della consorella regione Friuli-Venezia-Giulia che ha già consumato i primi passaggi parlamentari per modificare il proprio statuto nella direzione auspicata. A questo punto il fatto più significativo non concerne solo il modello elettorale ma l’aspetto ordinamentale. Per la prima volta, infatti, il governo dell’area vasta e centrale della Sicilia verrà affidato ai 20 Comuni della provincia di Enna secondo un approccio già sperimentato con le autorità d’ambito per la gestione dei servizi idrico e
rifiuti. Con la sola differenza che alla governace di tale ente parteciperanno anche le rappresentanze dei consiglieri comunali.
Lo scenario
In sostanza non ci sarà più un ente autonomo di governo (come la so pressa provincia regionale) a rappresentare esponenzialmente l’autogoverno del rispettivo territorio ma un ente consortile non territoriale, la cui sovranità verrà espressa congiuntamente dai Comuni attraverso le rispettive rappresentanze che saranno elette. Se a questo declassamento si aggiunge l’impossibilità di elaborare ed implementare politiche strategiche in assenza di un quadro di regole finanziarie che esprima un
disegno chiaro e stabile ed in grado di favorire una programmazione delle risorse di lungo periodo, soprattutto per un ente costretto a nutrirsi di finanza derivata, la prospettiva è quella di un fallimento annunciato.