Taglio delle tariffe idriche, ecco i termini della proposta

L’Ati idrico tra le proposte presentate dall’Anea legate alle tariffe idriche per il quinquennio 2024-2029 ha “sposato” la numero 4.

Chi è l’Anea

L’Anea è l’associazione nazionale degli Enti di Governo d’Ambito per l’idrico e i rifiuti che ha avuto l’incarico di fornire supporto tecnico all’Ati per “la determinazione della proposta tariffaria”. I sindaci hanno preso in considerazione l’ipotesi che più di tutte prevedeva delle riduzioni significative sulle bollette degli utenti.

I Comitati

All’assemblea di ieri, oltre a sindaci, alcuni dei quali collegati da remoto, hanno preso parte Sebastiano Pruiti ed Angelo Messina, in rappresentanza rispettivamente dei Comitati cittadini ennesi e del Comitato civico Sicilia senz’acqua della zona nord della provincia. Insieme a loro anche la presidente del Comitato Senzacquaenna, Monia Parlato, ed il consulente legale dello stesso movimento, Giampiero Cortese.

Il documento

ViviEnna è entrata in possesso della proposta 4, quella adottata dall’Ati e che sarà poi trasmessa all’Arera.

Taglio degli investimenti del 20%

“L’ipotesi 4 rappresenta il risultato della simulazione condotta – si legge nella proposta – al fine di recepire la mozione relativa alla riduzione degli investimenti non obbligatori approvata dall’Assemblea del 3 marzo 2025. Si è ipotizzata la riduzione del monte complessivo degli investimenti del Piano degli investimenti (PDI) di circa il 20%. Per raggiungere una riduzione della bolletta che fosse significativa anche negli anni successivi al 2025 si è ipotizzato anche una parziale riduzione di alcuni costi operativi”.

Le riduzioni

Nel documento, si entra nel dettaglio delle riduzioni delle tariffe. “Le tariffe nel 2024 invariate rispetto all’anno precedente. Le tariffe – si legge nella proposta – nel 2025 diminuiscono del 5% rispetto all’anno precedente. Successivamente le tariffe diminuiscono: nel 2026, meno 7,1% nel 2027, meno 9,1% rispetto alle tariffe vigenti nel 2023. Il programma degli investimenti (PDI) viene ridotto di circa il 20% limitatamente agli interventi post 2025 del servizio acquedotto non coperti da contributi pubblici. A partire dal 2024 non si applicano in bolletta le partite pregresse”.

Le criticità

Contestualmente, gli autori di questa proposta fanno emergere delle criticità. “Si precisa che il taglio del PDI (piano degli investimenti ndr) è stato effettuato in modo abbastanza lineare. Qualora si intendesse proseguire su questa strada, sarà necessario – si legge nel documento – analizzare i singoli interventi da eliminare in seguito ad un confronto tra gestore e sindaci. Verosimilmente la riduzione degli interventi possibili è inferiore. Per poter avere una riduzione tariffaria negli anni 2025-2027 non vengono riconosciuti una parte dei costi operativi previsti”.

Il monte del 31%

L’Ati ha anche affrontato il complesso tema della quota del 31%, a carico dell’utenza per gli investimenti sulla rete, prevista da oltre 20 anni nel Piano d’Ambito. E’ emersa la volontà di ridurre quel tetto, rendendolo più o meno in linea con quelli di Agrigento e Caltanissetta, che si aggira intorno al 2% come aveva sostenuto nelle settimane scorse il deputato regionale del Pd, Fabio Venezia.

Il presidente dell’Ati Cammarata

“Il risultato – dice il presidente dell’Ati Enna Nino Cammarata, è stato reso possibile anche dal lungo confronto tra il Cda dell’ATI, l’Assemblea territoriale idrica composta dai sindaci della provincia di Enna – con il supporto dei consulenti dell’ATI e dell’Anea – e alla presenza dei comitati”.

Il depuratore a Gagliano

L’assemblea ha approvato la compartecipazione finanziaria per la realizzazione del depuratore del comune di Gagliano Castelferrato. “Tra le azioni previste dunque la revisione degli investimenti fino al 2034. Inoltre, per il futuro, si lavorerà alla revisione della struttura gestionale e alla riduzione della quota che ricade sulla tariffa per ogni investimento, fissata al 31%. Un altro obiettivo futuro è quello di intercettare finanziamenti, come già accaduto con il React EU, che possano coprire completamente i costi pubblici senza incidere sulla tariffa” aggiunge Nino Cammarata.

Riassumendo la situazione, secondo il presidente, “la proposta approvata prevede il mantenimento per il 2024 ed una riduzione immediata del 5% per il 2025, ma l’Assemblea e i sindaci sono impegnati a trovare ulteriori soluzioni per abbattere la tariffa. L’attenzione è rivolta a ottenere finanziamenti pubblici che non incidano sul 31% della tariffa, riducendo così il peso degli investimenti. La previsione è di una ulteriore riduzione, meno 7,1 %, nel 2026 e il meno 9,1 nel 2027. Le percentuali di riduzione si riferiscono alla tariffa del 2023”.

Come si incide sul contenimento dei costi

Infine,  l’Ati ricorda l’importanza dell’impegno in corso con il Politecnico di Milano, che potrà portare a ulteriori riduzioni, più avanti, sui costi energetici che incidono sulla tariffa. Tali azioni sono parte di una strategia globale che mira a contenere i costi e a migliorare la sostenibilità a medio e lungo termine.
“Alla riduzione da quest’anno va aggiunta la mancata applicazione delle partite pregresse; una voce particolarmente odiosa per i cittadini – conclude il presidente Cammarata -. Si tratta di una voce che,  in media per 40 euro, per ogni famiglia composta da tre persone e un consumo di 80 metri cubi d’acqua. Una voce che adesso sarà sottratta dalle bollette. La nostra proposta di tariffa ora passa all’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, chiamata ad approvare la tariffa. La nostra volontà, desideriamo sottolinearlo, è portare avanti una battaglia a difesa dei nostri concittadini, anche rivedendo l’intero sistema di gestione privatistica”.