Colloquio negato a legale, Cnpp, “invitato ad entrare nel turno successivo ma si è rifiutato”
Enna-Cronaca - 18/03/2025
La segreteria regionale e provinciale della Federazione sindacati autonomi – Coordinamento nazionale polizia penitenziaria (Fsa-Cnpp) contesta la ricostruzione fornita dall’avvocato penalista di Enna che ha assicurato di non aver potuto incontrare il suo cliente, detenuto nel carcere Cavadonna di Siracusa, in quanto in ritardo di 13 minuti. Un fatto accaduto venerdì scorso ma il segretario provinciale della Fsa-Cnpp, Giuseppe Mandurino ed il vicesegretario regionale Giuseppe Zabatino forniscono un’altra versione dei fatti che è stata anche inviato al provveditore dell’Amministrazione penitenziaria per la Regione Sicilia
La ricostruzione del sindacato
“Nello specifico, risulterebbe – si legge nella nota – alla nostra organizzazione sindacale che la sala avvocati dell’Istituto Siracusano, il Venerdì osserva il seguente orario: dalle 9.00 alle 12.30 con uscita degli avvocati alle ore 13.00 e dalle 14.00 alle 15.00 con uscita degli avvocati alle ore 15.30. Pertanto all’avvocato giunto in Istituto con 13 minuti di ritardo, a quanto è dovuto sapere, non è stato concesso l’ingresso in quel preciso istante, ma invitato ad entrare anche se privo di prenotazione, nel turno immediatamente successivo ovvero alle ore 14.00, quindi senza mai negare di fatto il diritto del detenuto a conferire con il proprio legale di fiducia e senza commettere alcun “eccesso di zelo in spregio al diritto” ma solo la doverosa osservanza delle regole dell’Istituto, invito che sembrerebbe essere stato rifiutato dal legale”.
In carcere vige rispetto delle regole
Più in generale, il sindacato, in merito all’accesso negato, la Fsa-Cnpp sostiene che “il principio cardine per l’accesso in un istituto penitenziario – si legge – è senza alcun dubbio il rispetto tassativo delle regole impartite e dove il tempo è scandito e definito dal rispetto degli orari per consentire le diverse attività e momenti lavorativi oltre ad una scrupolosa e particolare attenzione per quanto concerne l’ordine e la sicurezza dell’Istituto Penitenziario”.
“Non è eccesso di zelo”
Il sindacato esprime la sua opinione sull’eccesso di zelo sollevato dall’avvocato penalista. “Per quanto invece concerne “l’eccesso di zelo”, è bene osservare – scrivono i due sindacalisti – che il Poliziotto Penitenziario addetto al block house ha solo eseguito un ordine dettato da un’organizzazione del lavoro ben definita senza alcun tipo di eccesso o di altre fattispecie, a cui va il nostro elogio, poiché autorizzare l’ingresso dell’avvocato in orario non consentito avrebbe causato un notevole disagio in primis per l’avvocato stesso e in secondo luogo al corretto andamento dell’organizzazione dell’Istituto, poiché quotidianamente, il collega addetto al servizio della sala avvocati, in quel momento non poteva trovarsi nel posto di servizio, ma stava effettuando il consueto cambio per la pausa pranzo ai colleghidel servizio a turno o lui stesso era in pausa pranzo”.