Codice Salvini, meno clienti nei ristoranti, Cna, “taxi con tariffe agevolate”
Enna-Cronaca - 18/03/2025
Quattro persone su dieci hanno ridotto il numero di pranzi e cene al ristorante dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada. Un dato significativo, che i ristoratori ennesi della CNA hanno voluto approfondire con un’indagine condotta tra i propri clienti.
Il sondaggio
L’indagine ha coinvolto 200 partecipanti, i cui riscontri hanno confermato quanto già percepito dagli operatori del settore. Il 40% degli intervistati ha dichiarato di aver ridotto il numero di serate trascorse al ristorante. Tra questi, il 20%ha ridotto in modo significativo le uscite, dimostrando un impatto diretto sulle abitudini di consumo. A questo dato si aggiunge anche la diminuzione dei consumi all’interno dei locali. Solo il 35% dei clienti continua a consumare bevande alcoliche come in passato. Tra coloro che hanno modificato le proprie abitudini, il 18% ha dichiarato di aver completamente eliminato il consumo di alcol durante i pasti fuori casa.
Il presidente dei ristoratori della Cna
“Abbiamo notato una pericolosa flessione dopo l’entrata in vigore del nuovo codice della strada – dice Tommaso Scavuzzo, presidente Ristoratori CNA Enna – E’ calato enormemente il consumo di vino nei ristoranti e quello che abbiamo notato inesorabilmente che a fronte dell’inserimento del DDl Salvini la gente ha diradato la frequenza al ristorante. Ecco perché abbiamo deciso di lanciare questo sondaggio i cui dati non sono certo confortanti per il settore e testimoniano le nostre preoccupazioni”.
La paura scoraggia i clienti
“Il DDL Salvini sta seriamente minando la tenuta delle imprese della ristorazione italiana – dice Tommaso Scavuzzo, presidente dei Ristoratori Cna Enna – Tra i clienti aleggia una sensazione di paura che condiziona fortemente oltre che la frequenza delle uscite per cenare o pranzare al ristorante ma anche il consumo di bevande alcoliche demonizzate da questo DDL. Il problema non è l’alcool ma il consumo esagerato e smisurato. Bere responsabilmente è uno slogan che va ben oltre il decreto Salvini e al quale tutti guardiamo, clienti e ristoratori”.
La fobia eccessiva
La fobia, talvolta eccessiva, sembra confermata dai dati raccolti. Nel 2024, quasi una persona su dieci non beveva alcolici al ristorante. Se a questa percentuale aggiungiamo coloro che normalmente consumano solo un bicchiere di vino, emerge un dato interessante: una parte significativa della clientela non avrebbe comunque problemi con i nuovi limiti del Codice della Strada. Eppure, il 30% ha comunque ridotto le proprie uscite.
Le risposte degli intervistati
Tra le principali motivazioni alla base di questo calo si segnalano l’aumento dei controlli e le sanzioni, ma il fattore che sembra spaventare di più è l’incertezza sui risultati del test dell’etilometro.
Molti intervistati hanno riferito di essere preoccupati per il rischio che il test possa risultare positivo anche a distanza di ore dal consumo di una piccola quantità di alcol. Il timore nasce da numerose notizie riguardanti l’influenza di alcuni farmaci sui test, il fatto che l’etilometro possa rilevare sostanze assunte nei giorni precedenti, e il dibattito sulla precisione degli strumenti di misurazione.
Le soluzioni: etilometri affidabili e taxi a prezzi accessibili
Una delle possibili soluzioni per affrontare il problema potrebbe essere la diffusione di etilometri certificati all’interno dei ristoranti. Oggi molte persone hanno acquistato piccoli etilometri personali, ma le recensioni online evidenziano dubbi sulla loro affidabilità dopo diversi utilizzi. Senza un riferimento certo che indichi con precisione il proprio tasso alcolemico, molti preferiscono evitare il rischio.
Un’altra proposta che sta raccogliendo ampio consenso riguarda l’implementazione di un servizio taxi a tariffa agevolata, che consenta alle persone di tornare a casa in sicurezza senza rinunciare alle cene fuori. Due persone su tre ritengono che un servizio del genere sarebbe la soluzione ideale per preservare il proprio stile di vita, la socialità e, soprattutto, salvaguardare il settore della ristorazione.
Attualmente, il trasporto pubblico e i servizi di taxi locali non offrono alternative accessibili, e alcuni ristoratori stanno cercando di organizzarsi autonomamente per fornire ai clienti un’opzione sicura per il rientro a casa. Tuttavia, affinché questa soluzione sia davvero efficace, sarebbe necessario un intervento delle istituzioni locali per sostenere e incentivare questi servizi.
“Mi auguro che il governo intervenga su questo settore, aggiustando il tiro, pena, nel giro di pochi mesi, la chiusura di moltissime attività ristorative che soccomberanno sotto la stretta di questo codice della strada, presentato come una panacea ma che di fatto non ha certo ridotto gli incidenti stradali ma ha solo danneggiato noi esercenti”