Acqua, le tariffe più alte per una provincia figlia di un dio minore

E’ come la quadratura del cerchio la riduzione del servizio idrico integrato per quale si sta arrabattando
l’Assembla territoriale idrica (Ati) dell’ennese. C’è un metodo matematico per determinare le tariffe che
non è di facile comprensione. Sono molte le voci di costo di cui tener conto.

I costi a carico dell’utenza

Si parla di sospendere quegli investimenti non essenziali che incidono sulla tariffa per ridurne l’importo. Questo è un punto controverso di cui non è possibile farsene una ragione. Inforza di un Accordo di Programma Quadro con la Regione Siciliana, è del 69 per cento la quota di compartecipazione regionale al finanziamento regionale agli investimenti per il servizio idrico integrato in provincia di Enna. La rimanente quota del 31 per cento è a carico degli utenti dei 20 comuni. Questa ripartizione di quote di compartecipazione agli investimenti fa lievitare le tariffe. I sindaci dell’Ati, in una recente assemblea, hanno ipotizzato, per abbassare i costi in bolletta per gli utenti, di ridurre gli investimenti sulla rete idrica. La proposta deve essere ancora formalizzata per poi essere inviata all’Arera.

A Caltanissetta ed Agrigento quote più basse

Nelle province di Agrigento e Caltanissetta le quote di compartecipazione pubblica sono più elevate mentre quelle a carico delle tariffe sono molto più basse. Come se gli utenti dell’ennese fossero i figli di un dio minore. Sentendo quello che si dice in giro, si ha la sensazione che i margini di manovra per
ridurre le tariffe siano molto stretti.

I costi per le famiglie

Si pensa di chiedere alla Regione Siciliana di intervenire per alleggerire gli importi delle tariffe del servizio idrico integrato, più alte d’Italia, che pesano sui bilanci familiari degli abitanti di un territorio economicamente e socialmente depresso. Bilanci familiari sui quali pesano in misura non trascurabile anche le tariffe di gas e energia elettrica. Sugli aumenti delle tariffe di gas ed energia elettrica, non ci sono mobilitazioni di massa, ma sole lamentele che naturalmente lasciano il tempo che trovano.

La class action del Comitato Senz’acquaEnna

Sulle bollette dell’acqua, invece, sono sorti alcuni movimenti. Senz’AcquaEnna è quello che,
soprattutto con la sua class action sulla tempistica della consegna delle bollette agli utenti e sui relativi
esorbitanti importi, ha una maggiore visibilità per aver colto ed interpretato tempestivamente il disagio
degli utenti. E’ un’azione che, mettendo seriamente in discussione la gestione di AcquaEnna, può produrre dei risultati favorevoli agli utenti.

La galassia delle associazioni

Tra gli altri movimenti ci sono il comitato Sicilia Senz’Acqua, che ha avuto la sua parte nella mobilitazione di novembre e dicembre dello scorso anno per garantire la poca acqua rimasta nell’Ancipa ai cinque comuni che non avevano altre fonti di approvvigionamento, e il Coordinamento Provinciale dei Comitati Cittadini Ennesi che si battono per la gestione pubblica del servizio idrico. Questi movimenti agiscono ognuno per conto proprio, non si coalizzano per raggiungere un obiettivo unificante, come può essere la riduzione della tariffa del servizio idrico integrato nei comuni della provincia di Enna, una delle province italiane più fragili.