Le opinioni, la sfida tra i ghiacci delle Superpotenze
news - 16/03/2025
Quella del Presidente Donald Trump sulla Groenlandia, che deve passare sotto la proprietà e il controllo
degli USA, non è una sua uscita estemporanea. Gli USA ci hanno provato in passato a comprarla, ma non ci sono riusciti. Questo non vuol dire che ci abbiano rinunciato. Al contrario, non hanno mai considerato
chiusa la questione groenlandese. E ora, con il presidente Trump, sono tornati alla carica per una serie di
ragioni di cui si discute da tempo nei think tank di geopolitica.
La sfida nei ghiacci
La grande isola di ghiaccio di 2 milioni e 160 kmq si affaccia sul Mar Glaciale Artico, che è vicino al Nord America com’è vicino all’Eurasia. La Russia ha schiuso le acqua le acque polari siglando con la Cina accordi di cooperazione scientifica e infrastrutturale. Sul Mar glaciale Artico, Russia e Cina conducono manovre navali congiunte. La Russia rivendica tutto il Mar Glaciale Artico e ha tutti i mezzi per presidiarlo militarmente e capacità operative per farlo. Ha già nazionalizzato l’unica rotta marittima settentrionale percorribile dalla Penisola di Kola allo Stretto di Bering.
Il ruolo della Cina
I Cinesi hanno installato stazioni di ricerca in Islanda e nelle Isole Svalbard, che sono le porte di accesso al
MAR Glaciale Artico, dotate di potenti antenne con le quali potrebbero controllare le manovre americane e sabotarle. Nel 2018, il segretario alla Difesa degli USA, Jim Mattis, intervenne pesantemente sulla
Danimarca per evitare che i Cinesi costruissero tre aeroporti in Groenlandia. Con brutale schiettezza, l’ex
consigliere di Trump alla sicurezza, Robert O’Brien, ha detto al Fox News, il 22 dicembre 2024, che “la
Danimarca è sul fronte di guerra con Russia e Cina. Devono difendere la Groenlandia. Se non ce la fanno,
dovremo farlo noi e non gratis”. Ad acquisire la Groenlandia, che dal 1814 appartiene al Regno di
Danimarca, gli USA ha iniziato a pensarci subito dopo la fine della guerra civile nel 1868. L’idea era venuta al segretario di Stato di allora Henry Seward, che pensava di aggiungere all’acquisto dell’Alaska la Groenlandia per circondare così il Canada e sottrarlo agli inglesi. La proposta venne bocciata dal Congresso, che ci rise sopra.
La Germania nazista
Che c’era poco da ridere, gli americani lo realizzarono verso la fine dell’Ottocento, quando la
Germania era diventata una grande potenza economica e militare. Gli americani temevano che la Germania potesse invadere la Danimarca e mettere la mani sulla Groenlandia. Per evitare questo rischio, gli americani elaborano nel 1910 questa proposta: la Danimarca cedeva agli Usa la Groenlandia in cambio di alcune isole filippine da girare alla Germania, che avrebbe restituito ai danesi la parte nord dello Schleswig che gli era stata sottratta dai tedeschi nelle guerre di metà Ottocento. Dai danesi nessuna risposta a quella proposta degli americani. Anche Canada e Regno Unito, negli anni ’20 e ’30 del Novecento, tentarono di acquistarla, ma non ci riuscirono per la ferma opposizione degli americani.
L’invasione
L’incubo di un’invasione tedesca della Groenlandia, per gli americani, si materializzò nel 1940 quando, a Seconda Guerra Mondiale già iniziata nel settembre del 1939, la Germania Nazista invase la Danimarca e sulla costa orientale della Groenlandia installò delle stazioni metereologiche. Su richiesta del governatore dell’isola e sulla base di un accordo stipulato con l’ambasciatore danese a Washington, nel 1941, gli americani iniziarono ad occupare la Groenlandia. Finita la guerra, i danesi chiesero agli americani di andarsene. Ma ad andarsene dalla Groenlandia, gli americani non ci pensavano affatto. Nel 1951, i danesi sottoscrissero un accordo con il quale cedevano agli USA basi e diritto d’uso militare della Groenlandia. Nel 1955, i militari americani sottoposero al presidente Eisenhower la proposta di “una possibile acquisizione” della Groenlandia perché “fornisce siti per il preallarme a distanza e basi per operazioni offensive”. Il presidente americano ne parlò con il re della Danimarca, Federico IX, che rispose di non avere alcuna intenzione di vendere la Groenlandia.
Un caso internazionale
Agli americani non restò che fare buon viso a cattivo gioco e aspettano tempi migliori per appropriarsene. Intanto hanno continuato ad usarla, senza informare i danesi che in Groenlandia schieravano armi nucleari usando la copertura di un progetto di ricerca. Tutto questo venne scoperto nel 1968, quando un aereo con a bordo quattro ordigni nucleari si schiantò vicino a Thule, nel Nord della Groenlandia. Ne scaturì un caso internazionale. Gli americani si impegnarono con la Danimarca, quell’anno, a non schierare armi atomiche senza preventiva notifica. L’accordo del 1951 tra USA e Danimarca per l’uso della Groenlandia da parete degli americani fu rinnovato nel 2004. Ma questo, nel 2025, a Trump non basta più. Vuole la Groenlandia, e la vuole non per un suo capriccio, ma per esigenze strategiche degli USA.