Enna-Cronaca

Province al voto, l’esclusione dei cittadini e le responsabilità politiche

La cocciutaggine di gran parte degli inquilini di Palazzo dei Normanni nel non volere modificare l’art. 15 dello statuto siciliano per introdurre l’elezione diretta negli enti di area vasta è alla base della decisione del Governo regionale di indire l’elezione degli organi di governo di tali enti con il sistema indiretto. Entrambi i diritti politici di elettorato attivo e passivo saranno così esercitati il prossimo 27 aprile non dai
cittadini ma dai loro rappresentanti comunali. Una resa della politica regionale a fronte di un decennio di contorsioni, voli pindarici e salti nel vuoto dell’ignorantia legis, nel contesto del quale nessuno ha avuto la bontà di percorrere la via maestra tracciata dalle norme costituzionali.

La politica accende i motori

Ancora più grave è il fatto che le forze politiche si stanno organizzando per occupare anche queste sfilacciate poltroncine che definire di “serie b” sarebbe un eufemismo. Centro-destra e centro- sinistra pronti a sfidarsi per guidare macchine sprovviste di motore istituzionale.

Gli aspetti finanziari

Su nove enti almeno tre (tra cui il Libero consorzio comunale di Enna) non saranno in grado di chiudere i bilanci annuali per insufficienza di risorse finanziarie trasferite dallo Stato e dalla Regione. Nè potranno fare affidamento sulla scarsissima autonomia impositiva di cui tradizionalmente godono.

Gli aspetti territoriali

L’applicazione dell’art. 15 dello statuto è stato solo una replica del bluff istituzionale già consumato negli anni ‘80, visto che a nessun Comune è stata riconosciuta la possibilità di consorziarsi “autonomamente” e “liberamente”. Basti qui ricordare i casi di Gela, Niscemi e Piazza Armerina le cui decisioni di aggregarsi alla Città metropolitana di Catania sono state incredibilmente stoppate senza alcuna motivazione. Le tre Città metropolitane e i sei Liberi consorzi comunali sono stati imposti dall’alto sui medesimi territori e sugli stessi confini amministrativi delle vecchie circoscrizioni provinciali.

Il pasticcio delle aree interne

La questione diventerà grottesca allorquando tali enti (calati dall’alto) dovranno fare i conti con le politiche di sviluppo delle aree interne la cui promozione è stata totalmente delegata e finanziata dalla Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI) alle costituite Unioni di comuni (costituite dal basso). Nello stesso tavolo, ad esempio, si troveranno il Presidente, che sarà eletto a breve, del Libero Consorzio comunale di
Enna “senza portafoglio” e il Presidente, già eletto, dell’Unione dei Comuni “Area interna di Troina” “con portafoglio”.

Published by
Massimo Greco
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