Province al voto, l’esclusione dei cittadini e le responsabilità politiche
Enna-Cronaca - 14/02/2025
La cocciutaggine di gran parte degli inquilini di Palazzo dei Normanni nel non volere modificare l’art. 15 dello statuto siciliano per introdurre l’elezione diretta negli enti di area vasta è alla base della decisione del Governo regionale di indire l’elezione degli organi di governo di tali enti con il sistema indiretto. Entrambi i diritti politici di elettorato attivo e passivo saranno così esercitati il prossimo 27 aprile non dai
cittadini ma dai loro rappresentanti comunali. Una resa della politica regionale a fronte di un decennio di contorsioni, voli pindarici e salti nel vuoto dell’ignorantia legis, nel contesto del quale nessuno ha avuto la bontà di percorrere la via maestra tracciata dalle norme costituzionali.
La politica accende i motori
Ancora più grave è il fatto che le forze politiche si stanno organizzando per occupare anche queste sfilacciate poltroncine che definire di “serie b” sarebbe un eufemismo. Centro-destra e centro- sinistra pronti a sfidarsi per guidare macchine sprovviste di motore istituzionale.
Gli aspetti finanziari
Su nove enti almeno tre (tra cui il Libero consorzio comunale di Enna) non saranno in grado di chiudere i bilanci annuali per insufficienza di risorse finanziarie trasferite dallo Stato e dalla Regione. Nè potranno fare affidamento sulla scarsissima autonomia impositiva di cui tradizionalmente godono.
Gli aspetti territoriali
L’applicazione dell’art. 15 dello statuto è stato solo una replica del bluff istituzionale già consumato negli anni ‘80, visto che a nessun Comune è stata riconosciuta la possibilità di consorziarsi “autonomamente” e “liberamente”. Basti qui ricordare i casi di Gela, Niscemi e Piazza Armerina le cui decisioni di aggregarsi alla Città metropolitana di Catania sono state incredibilmente stoppate senza alcuna motivazione. Le tre Città metropolitane e i sei Liberi consorzi comunali sono stati imposti dall’alto sui medesimi territori e sugli stessi confini amministrativi delle vecchie circoscrizioni provinciali.
Il pasticcio delle aree interne
La questione diventerà grottesca allorquando tali enti (calati dall’alto) dovranno fare i conti con le politiche di sviluppo delle aree interne la cui promozione è stata totalmente delegata e finanziata dalla Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI) alle costituite Unioni di comuni (costituite dal basso). Nello stesso tavolo, ad esempio, si troveranno il Presidente, che sarà eletto a breve, del Libero Consorzio comunale di
Enna “senza portafoglio” e il Presidente, già eletto, dell’Unione dei Comuni “Area interna di Troina” “con portafoglio”.