La polizia ricorda Palatucci, l’ex questore morto in un campo di concentramento

Nella ricorrenza dell’ottantesimo anniversario della morte di Giovanni Palatucci, ex Questore di Fiume, si è svolta la sua commemorazione preso la Chiesa del SS. Salvatore di Agira , al cui interno è custodito l’Aaron Ebraico in pietra, uno dei quattro esemplari esistenti in Europa.

L’evento, alla presenza di Autorità civili e militari, è stato impreziosito dalla presenza di una rappresentanza di 20 studenti del locale Istituto Comprensivo “G. Sinopoli” che, guidati dal Dirigente scolastico e dai loro docenti, hanno letto un elaborato frutto di intensa attività di ricerca sull’eroe della seconda guerra mondiale, anche tramite la proiezione e la lettura delle sue ultime lettere.

I ragazzi hanno ricordato la figura del Questore Palatucci che, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza presso l’Università di Torino, giurò come volontario Vice Commissario di Pubblica Sicurezza e, nel 1937, venne assegnato alla Questura di Fiume, inizialmente quale responsabile dell’Ufficio Stranieri e poi con l’incarico di Reggente della stessa Questura.

Per aver salvato dal genocidio migliaia di ebrei italiani e stranieri, fu accusato di cospirazione e intelligenza con il nemico, pertanto il 13 settembre 1944 venne arrestato dai militari tedeschi e tradotto nel carcere di Trieste. Il 22 ottobre venne trasferito nel campo di lavoro forzato di Dachau, dove morì di stenti due mesi prima della liberazione, il 10 febbraio 1945, a soli 36 anni.

Per la meritoria attività svolta, nel 1990, in Israele, fu nominato “Giusto tra le Nazioni”; nel 1995 la Repubblica Italiana gli ha conferito la “Medaglia d’Oro al Merito Civile” e nel 2004, per la Chiesa cattolica, è “Servo di Dio”.

Alla cerimonia hanno altresì presenziato il Sindaco della Città di Agira, il Presidente ed i soci dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato-Sezione di Enna. A conclusione, il Questore della provincia di Enna, Dr. Salvatore Fazzino, ha ringraziato i giovani studenti per il loro contributo, consegnando ad ognuno di loro un attestato quale segno di riconoscimento.