Consorzio di Pergusa, luci ed ombre della bozza dello Statuto

Finalmente l’idea lanciata dai gruppi consiliari di opposizione al Comune di Enna sulle nuove modalità di governance del sistema Pergusa ha preso corpo e la bozza di statuto è arrivata anche a noi.

L’analisi della bozza

Il progetto è chiaro e per certi versi condivisibile visto che mira ad evitare la frammentazione gestionale attualmente presente nella conca pergusina ed a perseguire economie di scala. Meno condivisibile è la previsione di una gestione imprenditoriale in settori che devono rimanere nel mercato concorrenziale.
Non bisogna infatti dimenticare che anche le forme consortili previste dal Testo Unico Enti Locali devono limitarsi alla gestione associata di servizi pubblici strettamente connessi alle funzioni istituzionali degli enti che vi partecipano. Gli enti locali devono occupare gli spazi lasciati dal mercato e non viceversa.

Gli enti

Una considerazione merita la scelta del modello consortile utilizzato, aperto ai soggetti già presenti nel precedente Consorzio Autodromo di Pergusa (Libero Consorzio comunale, Camera di Commercio e ACI) ai quali si aggiungerebbe la Regione. Qui c’è qualcosa che, a nostro avviso, non funziona. Per la gestione associata di uno o più servizi e l’esercizio associato di funzioni gli enti locali possono costituire un consorzio. Ma poiché per enti locali devono intendersi i comuni, le province, le città metropolitane,
le comunità montane, le comunità isolane e le unioni di comuni, non sembra esserci spazio per gli altri enti pubblici invitati. A meno che non si voglia optare per il consorzio previsto dal codice civile che ha natura giuridica privata e che consentirebbe l’ingresso di soggetti non necessariamente pubblici.

L’aspetto imprenditoriale

Peraltro, quest’ultima ipotesi sarebbe più coerente con le finalità imprenditoriali del consorzio indicate nella bozza di statuto, visto che le norme sugli enti locali previste dal TUEL si applicano ai consorzi cui partecipano enti locali, con esclusione di quelli che gestiscono attività aventi rilevanza economica ed imprenditoriale. In tale contesto, sarebbe più corretto applicare i principi della contabilità economico-patrimoniale e non quelli della contabilità finanziaria. Saremmo infatti in presenza non di un ente pubblico non economico ma di un ente pubblico economico.

La Fondazione Lago di Pergusa

E comunque, rimane da risolvere la questione della Fondazione “Lago di Pergusa” la cui costituzione è stata programmata dall’ARS attraverso una mirata disposizione normativa e che rischia di finire nel dimenticatoio unitamente alla sua dote finanziaria (250 mila euro).