Anno giudiziario, gli interessi della mafia ennese all’estero
Enna-Cronaca - 25/01/2025
Indossa l’abito in doppio petto Cosa nostra che è riuscita ad infiltrarsi nel tessuto economico e sociale. Lo ha detto il presidente reggente della Corte d’Appello di Caltanissetta, Giuseppe Melisenda Giambertoni nel corso dell’apertura dell’anno giudiziario al palazzo di giustizia nisseno. Secondo l’alto magistrato, la mafia ha sostanzialmente abbandonato la strategia violenta per affermare il controllo del territorio.
La mafia ennese all’estero
Cosa nostra “è dedita al controllo dell’economia legale (soprattutto nei settori degli appalti, spesso grazie – come riporta l’agenzia Agi – alla complicità di propri referenti inseriti negli apparati amministrativi locali, del traffico di rifiuti, dell’edilizia e dell’agricoltura), oltre che dei settori del gioco e delle scommesse, del traffico degli stupefacenti, dell’illecito sfruttamento dei siti minerari, evidenziando, altresì, straordinarie capacità di infiltrazione anche nei territori di altre regioni (soprattutto in Liguria, Toscana, Piemonte e, recentemente, nel Lazio ed in Lombardia) oltre che all’estero (ad esempio in Germania), ove risultano stabilmente radicati soggetti criminali, di origine nissena ed ennese, che mantengono organici rapporti con le famiglie mafiose di origine”.
Il riciclo del denaro
“Non meno significativa – riferisce Giuseppe Melisenda Giambertoni come riporta l’Agi – è la capillare attività di reimpiego di capitali provenienti da tali illecite attività, in particolare dal traffico di sostanze stupefacenti e dalla attività estorsiva, le forme più diffuse di controllo mafioso del territorio che vedono coinvolta, oltre a Cosa nostra, anche la cosiddetta stidda, la concorrente organizzazione mafiosa che opera in modo prevalente nella zona meridionale della provincia di Caltanissetta (mandamento di Gela) e che coesiste pacificamente con Cosa nostra”.