Diocesi nelle bufera, il Vaticano invia “ispettore”

La Santa Sede ha inviato nell’Ennese un visitatore apostolico con l’obiettivo di indagare su quanto accaduto nella Diocesi di Piazza Armerina in relazione al comportamento dei prelati sul caso Rugolo, il sacerdote condannato dal Tribunale di Enna a 4 anni e 6 mesi di reclusione per violenza sessuale su minori il cui Appello è stato fissato all’8 di aprile.

La bufera sul vescovo Gisana

Le attenzioni sarebbero concentrate sul vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, rinviato a giudizio insieme a Vincenzo Murgano, attuale parroco della chiesa Madre di Enna, con l’accusa di falsa testimonianza in occasione del processo Rugolo. Il visitatore apostolico, che secondo alcune indiscrezioni è un vescovo di una città del Nord Italia, è stato nell’Ennese dal 15 al 18 gennaio ed ha incontrato alcuni prelati coinvolti nella vicenda.

La relazione a papa Francesco

All’ “ispettore” del Vaticano spetterà inviare una relazione a papa Francesco su quanto emerso nel corso della sua indagine ed a quel punto il Pontefice prenderà una decisione. C’era sentore di un intervento della Santa Sede soprattutto dopo le parole del monsignor Maurizio Gronchi, teologo dell’università pontificia, rilasciate in occasione della trasmissione Zona Bianca andata in onda su Rete 4 a cui ha preso parte anche Antonio Messina, l’archeologo ennese, dalla cui denuncia è partita l’inchiesta su Giuseppe Rugolo. “Io direi che il vescovo potrebbe avere il coraggio di fare un passo indietro” aveva detto monsignor Gronchi.

Le parole del papa su Gisana

C’è da dire che il papa Francesco, in passato, si era schierato a favore del vescovo di Piazza Armerina, definendolo “un bravo questo vescovo” che “è stato perseguitato, calunniato e lui fermo, sempre giusto, uomo giusto” sono state le parole usate dal Santo Padre. In quella stessa trasmissione, andata in onda all’inizio di gennaio, prima dell’invio del visitatore apostolico, monsignor Gronchi, interpellato su quelle frasi di Francesco, aveva detto che “il papa non ha tutte le informazioni, basterebbe leggere le 222 pagina di sentenza della condanna”