Ancipa, Mdt, “canale sotterraneo per far arrivare l’acqua dal Martello”

Il Movimento per la difesa del territorio ha sottoposto alla Presidenza della Regione una proposta per incrementare il volume d’acqua nella diga Ancipa.

L’inchiesta della Procura

Si tratta di legare il torrente Martello all’invaso ma, in realtà, si tratta di una iniziativa risalente agli anni scorsi, quando furono realizzate le prime opere ma dopo l’inchiesta della Procura di Enna si fermò tutto ed ancora oggi ci sono le tracce di quei primi lavori.

Il dibattito

Nei mesi scorsi, questa ipotesi è stata rilanciata dal deputato regionale del Pd, Fabio Venezia ma si è opposta con forza Legambiente per gli impatti ecologici devastanti che subirebbe il territorio a seguito di un’eventuale prosecuzione dell’opera.

Un canale sotterraneo

Il presidente del Movimento per la difesa del territorio, Fabio Bruno, indica una seconda via, quella della realizzazione di un canale sotterraneo che possa legare il Martello al Cutò considerato che quest’ultimo è connesso alla diga Ancipa. “Questa soluzione – riferisce Fabio Bruno – non avrebbe problemi di impatto ambientale, o comunque l’impatto sarebbe limitato a poche aree circoscritte e sarebbe temporaneo. Il canale sotterraneo, piuttosto che prolungarsi fino alla diga, potrebbe collegare il torrente Martello al torrente Cutò, a monte delle prese di Mazzaporro, che costituiscono il bypass principale del Cutò su Ancipa, e che quindi intercetterebbero parte del flusso d’acqua aggiuntivo”.

L’uso delle talpe

Il presidente del Mdt ritiene che realizzare un’opera del genere, con la tecnologia a disposizione, sarebbe fattibile in tempi compatibili con l’emergenza idrica. Ci sono, infatti, le cosiddette talpe, usate anche per il raddoppio ferroviario del tratto tra Catania e Palermo che coinvolge Catenanuova, che potrebbero essere usate.

“Esistono varie tracce possibili, nell’esempio in figura si tratterebbe di un canale di poco più 6,5 km (in superfice), che sarebbe completamente sotterraneo con una pendenza lineare. Non conosciamo i dettagli dei progetti dei bypass S. Elia e Mazzaporro, ma sappiamo che il più lungo dei canali raggiunge 14 km e la sua costruzione è iniziata nel 1949 e si è conclusa nel 1954, sicuramente lavori lunghi e costosi, ma a quei tempi le gallerie si scavavano a mano, con le moderne tecniche di costruzione e perforazione sotterranea sicuramente entrambe le variabili si ridurrebbero di molto. Pertanto vi invitiamo a voler approfondire con gli esperti questa proposta e restiamo a vostra disposizione per chiarimenti o supporto”