Il parlamentare regionale del Pd, Fabio Venezia, è tra i 16 firmatari del documento in cui chiede di annullare la convocazione dell’assemblea dell’11 gennaio per delle irregolarità ma soprattutto è tra coloro che spingono per l’elezione dei nuovi organismi regionali con il metodo delle primarie mentre è di tutt’altro avviso il segretario regionale, Anthony Barbagallo, il quale vorrebbe far votare solo gli iscritti.
Le primarie – dice Venezia a ViviEnna – ci sono sempre state e Barbagallo li vuole togliere? Le primarie sono un momento per riconnetterci con la nostra base, che, spesso, è più avanti rispetto ai ceti dirigenti, soprattutto nell’individuare la direzione del partito stesso
Niente affatto: lo Statuto regionale prevede le primarie, è Barbagallo che intende compiere uno strappo per toglierle. Bisogna dare voce alla nostra base.
Quando nel 2022 perdemmo le elezioni, il partito andò allo sbando e quando si votò per il segretario nazionale gli iscritti si pronunciarono per Bonaccini ma la base votò per Schlein, intuendo che era l’elemento di novità e ribaltando tutto. Quella scelta ha portato il partito a crescere in termini di consensi. Rifugiarsi dal giudizio della base, in un momento di difficoltà, non è, a mio avviso, molto seria.
C’è il rischio dell’intervento a Roma con un commissario.
No, noi auspichiamo un percorso di regole condiviso per poi confrontarci sui temi e sulle alleanze, sulla linea del partito.