La politica ennese travolta dall’onda dei social

L’avvento dei social sta contribuendo non poco a determinare i mutamenti sociali e non solo sul fronte della comunicazione. Tutti i sistemi sociali sono interessati e condizionati da quelle che vengono
definite le “nuove piazze” e tra questi anche il sotto sistema politico che, più degli altri, sembra non riuscire ad adeguarsi. Il rapporto tra società civile e società politica, già compromesso dall’esaurimento della funzione di intermediazione esercitata dai partiti politici, è sempre più lussato e gli effetti collaterali non si manifestano solo con l’astensionismo elettorale.

L’erosione del Comune

In discussione sono anche i principi democratici che stanno alla base dell’autonomia locale e dell’autogoverno comunale. Il Comune, fino a ieri considerato l’ente esponenziale della comunità locale, rischia di essere tale solo formalmente.

I temi della città sui social

Anche ad Enna, ad esempio, da qualche anno si consumano veri e propri dibattiti sui social su questioni che riguardano la città, il territorio, la qualità della vita, le modalità di erogazione dei servizi pubblici e le strategie di resilienza. Tutte tematiche la cui trattazione è istituzionalmente rimessa nella disponibilità degli organi di governo del Comune (sindaco, giunta e consiglio comunale). Eppure, nonostante tali organi di governo siano stati democraticamente eletti, la vivacità dei dibattiti che si è sviluppata sulla crisi idrica piuttosto che sugli interventi di valorizzazione del Castello di Lombardia o, ancora, sulla recentissima festa matrimoniale al Teatro Neglia, ci consegna almeno tre aspetti su cui riflettere.

La nuova piazza

Il primo, che i cittadini non intendono più affidare ai propri rappresentanti una delega “in bianco” sugli affari che li riguardano. La seconda, che le “nuove piazze” rappresentano le frontiere della “partecipazione civica” con cui interfacciarsi per calibrare costantemente il consenso. La terza, che i mandati elettivi dei
rappresentanti comunali, a cominciare da quello della carica elettiva più alta qual’è il primo cittadino, risentono di una fiducia (elastica) che non necessariamente deve essere ancorata alla maturazione del
quinquennio.