Monsignor Gronchi a Rete 4, “Gisana faccia passo indietro”
Enna-Cronaca - 03/01/2025
“Io direi che il vescovo potrebbe avere il coraggio di fare un passo indietro”. Lo ha detto, nel corso della trasmissione Zona Bianca, andata in onda ieri sera su Rete 4, monsignor Maurizio Gronchi, teologo dell’università pontificia, in merito alla posizione di Rosario Gisana, il vescovo di Piazza Armerina sul caso di Giuseppe Rugolo, il sacerdote condannato in primo grado a 4 anni e 6 mesi di reclusione per “violenza sessuale a danno di minori”.
Antonio Messina a Rete 4
Ospite della puntata Antonio Messina, assistito dall’avvocato Eleanna Parasiliti Molica, l’archeologo di Enna, dalla cui denuncia per aver subito un abuso, è partita l’inchiesta della Procura di Enna, che ha raccontato la sua drammatica vicenda, ponendo l’accento anche sulle omissioni della Curia.
Le intercettazioni
Nella trasmissione, condotta dal giornalista, Giuseppe Brindisi, sono stati riportati alcuni stralci delle intercettazioni tra il vescovo, indagato per falsa testimonianza, e Rugolo. “Qua il problema non è solo tuo, il problema è anche mio che ho insabbiato questa storia” è l’audio in cui Gisana parla con il sacerdote condannato.
Le parole del papa su Gisana
Ma sono state anche riportate le frasi di papa Francesco, assolutamente dalla parte del vescovo: “Monsignor Rosario Gisana: bravo questo vescovo. E’ stato perseguitato, calunniato e lui fermo, sempre giusto, uomo giusto” ha detto il papa.
Gronchi, “Francesco non aveva tutte le informazioni”
“Il papa non ha tutte le informazioni, basterebbe leggere le 222 pagina di sentenza della condanna” ha tagliato corto monsignor Gronchi che ha espresso la sua valutazione anche su don Rugolo. “Intanto, desidero esprimere la mia solidarietà ad Antonio, io sto dalla parte delle vittime di Antonio, senza se e senza ma. Alcune considerazioni: questo sacerdote era seminarista, per conto mio ci sono motivi canonici per pensare all’invalidità della sua ordinazione”.
“Gisana ha agito con ritardo”
Inoltre, “la condanna – ha aggiunto Gronchi – è di 4 anni e sei mesi e ne erano stati chiesti 10: pare che certi reati siano andati in prescrizione ma la Chiesa cattolica, sotto questo punto di vista, ha abolito la prescrizione. C’è un’altra cosa da dire: probabilmente, il vescovo Gisana ha agito con grande ritardo ed il ritardo non è solo il passaggio di carte. La prassi è che si faccia una indagine previa e si ascolti la vittima per poi trasmettere gli atti e questo è stato fatto dopo un anno mezzo o due anni”.