La Gloria e la Prova, Totò Cascio a Villarosa per il suo libro
Villarosa - 19/12/2024
di Giacomo Lisacchi
Un pomeriggio intenso, pieno di emozione e commozione per i tantissimi presenti alla presentazione de “La Gloria e la Prova- Il mio nuovo cinema paradiso 2.0” di Totò Cascio, l’enfant prodige del film premio oscar “Nuovo cinema paradiso” del regista Giuseppe Tornatore, che da giovanissimo, per una grave malattia genetica, la retinite pigmentosa, ha progressivamente perso la vista, compromettendo così la brillante carriera di attore.
La prefazione di Tornatore
A scrivere la prefazione del libro è stato lo stesso Tornatore, mentre la postfazione è del cantante lirico Andrea Bocelli. L’evento, di raro spessore culturale e umano, organizzato dal Circolo Fotografico Siciliano, si è tenuto nella biblioteca comunale “De Simone” a Villarosa con la partecipazione di un folto gruppo di associati dell’Unione Italiana Ciechi. Dopo i saluti istituzionali del sindaco Costanza e degli assessori Alberto Di Nicolò e Paola Giadone, e l’introduzione del presidente del circolo, Mario Volanti, e del fotografo
palermitano Massimiliano Ferri, la parola è passata a Totò Cascio che nell’interloquire con pubblico
ha ripercorso il dramma vissuto.
La testimonianza di Totò
“Dramma che non ho accettato e non ho condiviso – ha detto. Ero arrabbiatissimo, ho toccato il fondo, ma ho chiesto aiuto e fortunatamente sono ripartito. Il periodo fondamentale è stato l’Istituto dei Ciechi “Francesco Cavazza” di Bologna, lo stesso che ha frequentato Bocelli, dove ho condiviso nove mesi con ragazze e ragazzi”. Quindi lancia un messaggio ai giovani e a chi è nella sua condizione: “Condividere, fare rete, è davvero prezioso; il chiudersi non fa bene a nessuno. Non nascondetevi, anzi imparate ad accettarvi. Senza accettarsi, ci si porta dentro l’avversario più feroce. Me lo disse anche Andrea Bocelli: “Totò, non è un disonore”. Sono state parole illuminanti”.
La sua vicenda
Rispondendo a una domanda sul perché del titolo “La gloria e la Prova” Cascio ha risposto: “Quando sono uscito dal mio labirinto fatto di paure ho capito che tutti viviamo di gloria e di prova, momenti di euforia ma anche di difficoltà; la vita è bella anche per questo. Io ho vissuto, con il film Nuovo Cinema Paradiso, il successo e tutto ciò che è arrivato dopo come un dono. Adesso, in modo consapevole, dico che anche la mia retinite pigmentosa è un dono pari a quello della recitazione. Questo libro mi è servito per ripartire, per riscattarmi, per rinascere. Noi dobbiamo essere i capitani della nostra anima, dobbiamo avere fede e
coraggio. Con questo libro ho ritrovato il bambino che ero, la forza e la spontaneità. La cosa paradossale è che non mi sento di vivere con una disabilità visiva, perché faccio di tutto. Il pietismo, il vittimismo, la compassione non servono a nessuno”.
Il ritorno al cinema
Rispondendo alla domanda su come vede il suo futuro, Totò ha dichiarato: “Pian pianino, con molta umiltà, sono ritornato al cinema con i cortometraggi”. Oltre ai momenti di condivisione e riflessione, l’evento è stato impreziosito dalle letture in braille della prefazione e della postfazione di Maria Martelli e Damiano Giunta e dalla performance musicale del giovane Antonino Martorana e della professoressa Grazia Zaffuto del Liceo musicale di Caltanissetta che, al pianoforte, hanno regalato al pubblico emozioni profonde. A chiusura dell’evento, il presidente dell’Unione Italiana Ciechi di Enna, Santino Di Gregorio, ha
donato all’attore una copia del libro tradotto in braille.