Ancipa, non c’è acqua a sufficienza per stare allegri

Se si confrontano i 2 milioni e 400 mila metri cubi di acqua che oggi sono raccolti nell’invaso dell’Ancipa con i 12 milioni di metri cubi che ce n’erano esattamente un anno fa, non c’è da stare allegri. A preoccupare tutti quei cittadini delle aree interne che dall’Ancipa ricevono l’acqua per gli usi civili e domestici, non sono solo questi dati, come se non bastassero. Ci si mette pure Siciliacque che non ne ha azzeccata una per alleggerire, sia pure in parte, il peso di una situazione con lunghi turni di erogazione dell’acqua che grava sulle popolazioni di queste aree interne della Sicilia.

L’acqua dall’Ancipa verso Caltanissetta

Si parlava di pozzi che avrebbero dovuto rendere autonomi dall’acqua della diga Ancipa i comuni di Caltanissetta e San Cataldo, ma di fatto questi due comuni, che insieme contano 80 mila abitanti, continuano a ricevere acqua dall’Ancipa. Circostanza, questa, che suscita preoccupazioni per un futuro che è dietro l’angolo.

Si spera che piova o nevichi

Per la piega che hanno preso i cambiamenti climatici, c’è poco da sperare in piogge e nevicate sui Nebrodi per riempire l’invaso dell’Ancipa. In Sicilia, questi cambiamenti climatici, si stanno manifestando in forme contraddittorie: piogge torrenziali e devastanti sulle coste, poche gocce d’acqua nelle aree interne. Stando così le cose, se si continua a prelevare acqua dall’Ancipa nella misura di 158 litri al secondo e non piove o piove così poco da non compensare l’acqua prelevata, si arriverà presto a vedere i rubinetti di casa asciutti.

Il limite dell’Enel

L’Enel, il proprietario dell’invaso, ha fatto sapere da tempo che, quando il volume dell’acqua scenderà a 218 mila metri cubi, dall’invaso non uscirà più una goccia d’acqua per salvaguardare lo scarico di fondo, che è una sorta di valvola di sicurezza dell’intero impianto. Ma non bisogna arrivare a tanto perché ci sono da salvaguardare i 26 mila e 700 abitanti dei cinque comuni Troina, Cerami, Nicosia, Gagliano Castelferrato e Sperlinga, che non hanno altre fonti di approvvigionamento di acqua per usi civili e domestici oltre l’Ancipa. Per loro si è e coniato il neologismo “Ancipadipendenti”.

Le riserve per i 5 Comuni

Agli abitanti di questi cinque comuni bisogna riservare 400 mila metri cubi d’acqua. Questo vuol dire che appena il volume dell’acqua scenderà a 618 mila metri cubi, l’acqua che rimane è solo per i cinque comuni Ancipadipendenti.  Lo scenario verso cui si sta andando è veramente drammatico, se non intervengono fatti che lo scongiurano. Ma non c‘è da nutrire grandi speranze. L’azione che le popolazioni di queste aree interne siciliane devono intraprendere non è quella che il circo mediatico ha cercato di accreditare come “guerra dell’acqua” tra territori. E’ una rappresentazione della realtà, non è la realtà. Che ci sia alcuni che irresponsabilmente puntano a questo, se ne avvedono i segni.

Il convegno a Troina

Se n’è parlato al convegno “Crisi idrica e Aree Interne” che si è tenuto a Troina sabato scorso per iniziativa delle Unioni dei Comuni delle Aree Interne di Troina, Mussomeli Monti Sicani, Val Simeto Etna, CGIL Enna, UIL Enna, CISL Agrigento-Caltanissetta-Enna, Presidio Partecipativo Patto di Fiume Simeto e Forum Aree Interne. Il messaggio uscito dal convegno è un altro: i territori delle aree interne devono muoversi con “unità di intenti per spingere il governo della Regione Siciliana e i soggetti ai quali è affidata la gestione del sistema idrico regionale di adottare tutte le misure necessarie per affrontare e risolvere il problema strutturale della crisi idrica.  La mancata soluzione di questa crisi pregiudica seriamente l’attuazione delle strategie di sviluppo delle aree interne”.