L’associazione Don Bosco 2000 di Piazza Armerina si è detta disponibile ad accogliere la bambina di 11 anni unica sopravvissuta al naufragio di un’imbarcazione partita da Sfax, in Tunisia, con 45 persone a bordo. La piccola, proveniente dalla Sierra Leone, è stata salvata nel Canale di Sicilia grazie all’intervento della nave Trotamar III, della ONG CompassCollective in Motion.
“Esprimiamo la nostra più profonda solidarietà a tutte le vittime di questa tragedia e alle loro famiglie. Ogni vita persa nel Mediterraneo è una ferita che riguarda tutti noi, un dramma che ci richiama alla necessità di un cambiamento urgente. Questa ennesima tragedia ci obbliga a riflettere sul fallimento delle attuali politiche migratorie. Non possiamo più permettere che il Mediterraneo continui a essere un cimitero. La gestione degli sbarchi non può basarsi su strategie che lasciano morire le persone in mare, ignorando i diritti umani più basilari” afferma in modo forte Agostino Sella, presidente di Don Bosco 2000.
Secondo il racconto della bambina, il barcone in metallo è affondato tre giorni fa a causa di una tempesta con onde alte fino a 4 metri. Lei è riuscita a sopravvivere aggrappandosi a una camera d’aria e indossando un giubbotto di salvataggio. “Questa bambina, che ha vissuto il dramma della perdita e della disperazione, rappresenta il simbolo di una crisi umanitaria che non può più essere ignorata” dice Sella.
“Chiediamo con forza al Governo italiano – dice Sella – e all’Unione Europea di agire immediatamente per fermare queste morti evitabili. È necessario il ritorno di un’operazione come Mare Nostrum, che in passato ha dimostrato che salvare vite umane è possibile. Non si comprende perché questa missione sia stata interrotta, lasciando il posto a politiche inefficaci, che aggravano le sofferenze di chi cerca salvezza” ribadisce Agostino Sella