La guerra dell’acqua ed il lato oscuro della gestione idrica
Enna-Cronaca - 06/12/2024
In attesa di comprendere se l’innalzamento del livello di acqua nell’invaso Ancipa sia dovuto all’intervento (decisamente tardivo) dell’uomo ovvero all’azione (provvidenziale) dell’azteco dio della pioggia Taloc, abbiamo registrato il monito del Presidente della Regione Schifani per il quale la strada della “giustizia fai da te” non è mai quella maestra.
Il rispetto delle regole
In sostanza per il Presidente Schifani, il rispetto delle regole è il corollario del principio costituzionale di fedeltà alla Repubblica secondo il quale dobbiamo sempre orientare le nostre azioni, anche quelle in chiave polemica. Giusto, anzi giustissimo! E tuttavia bisognerebbe anche ricordare che il richiamato principio di fedeltà alla Repubblica si colora di maggiore rigore allorquando orienta le azioni di pubblici ufficiali e di incaricati di pubblici servizi, cioè di quei cittadini a cui è stato affidato l’esercizio di funzioni pubbliche.
Le proteste
Questa fase emergenziale da carenza idrica, di cui si occupano giornalmente tutti i media e che oggi vedrà sfilare il corteo di protesta organizzato a Enna dal Comitato “Senz’AcquaEnna”, ci ha fatto conoscere il lato oscuro della filiera istituzionale che ruota attorno alla gestione delle risorse idriche. Una miscela di pubblici poteri impregnata da ingenti risorse finanziarie che si sprecano al pari dell’acqua che esce dalle condotte cola-brodo e la cui cura degli interessi pubblici in questi ultimi 20 anni non figura più neanche nei rispettivi statuti.
La guerra degli assetati
C’è modo e modo di essere fedeli alla Repubblica e, certamente, coloro che avevano il dovere di esserlo di più, in tutti questi anni hanno oltrepassato le “colonne d’Ercole”, fino a minare l’eguaglianza dei cittadini nel godimento dei diritti, l’effettiva garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i
diritti civili e sociali e la stessa solidarietà tra i territori. Quest’ultimi costretti anche a protestare con i dirimpettai per accaparrarsi una risorsa idrica diventata scarsa e preziosa.
Il nuovo banco di prova della politica
A meno che non si voglia veramente fare leva sulla mitologìa azteca, la questione siccità in Sicilia, per gravità seconda solo a quella più estesa della pandemìa di qualche anno fa, rappresenterà il vero banco di prova per una classe dirigente (non solo politica evidentemente) che vorrà recuperare il lussato
rapporto con le comunità rappresentate, il cui cronico indebolimento può sfociare nella stessa crisi della democrazia.