E’ vero: senza le piogge cadute nei giorni scorsi l’emergenza all’Ancipa sarebbe da allarme rosso con conseguenze inimmaginabili per le 26 mila persone che vivono tra Troina, Gagliano, Nicosia, Cerami e Sperlinga, Comuni senza fonti alternative all’invaso.
Secondo il Movimento per la difesa dei territori, presieduto da Fabio Bruno, che, con le sue analisi sullo stato della diga, è stata una bussola per tutti, istituzioni comprese, ci sono della ragioni concrete per cui quella pioggia, abbattutasi durante l’occupazione del potabilizzatore dell’Ancipa, ha permesso di fare confluire nell’invaso “630.000 m3 d’acqua, portando il totale d’acqua invasata ad oltre 850.000 m3” spiega Bruno.
Nella sua analisi, il Movimento per la difesa dei territori precisa che “non c’è un idrometro a monte della diga”, quindi “potrebbe essere che ad esempio dalle parti del Bosco della Tassita abbia piovuto un po’ di più, ma molto probabilmente la maggior parte d’acqua è arrivata dal bacino a destra, Ambola’, dove in due giorni sono caduti oltre 100mm d’acqua (se la diga fosse stata là avremmo invasato almeno 2 milioni di m3 d’acqua)”.
Andando nel dettaglio, il presidente del Mdt ritiene che questa concentrazione massiccia di acqua è dipesa dalla presenza nella parte destra del bacino dell’Ancipa del torrente Cutò “che ha un bypass che fa arrivare una parte dell’acqua direttamente su Ancipa”.
Secondo lo stesso Bruno, nonostante le piogge si siano arrestate l’acqua permane: “Tutto questo perché il torrente è rimasto carico d’acqua per più giorni; infatti un po’ più a est ci sono i boschi di Cesarò, dove è nevicato e la neve disciogliendosi ha continuato ad alimentare il torrente fino ad oggi”.
“In sintesi probabilmente almeno 400.000 m3 della nuova acqua dell’Ancipa e’ arrivata da Ambola’. Quindi potenziare il bypass potrebbe essere una strategia interessante per incrementare l’acqua invasata da Ancipa” aggiunge Fabio Bruno.