In questa fase emergenziale è prioritario impegnarsi per garantire l’erogazione dell’acqua in tutte le comunità della provincia di Enna, riducendo gradatamente le insostenibili turnazioni. Tuttavia, qualcuno all’ATI, dovrebbe cominciare a porsi il problema delle tariffe e non solo in relazione ad un servizio che non è più lo stesso da diversi mesi, in violazione degli standard qualitativi prescritti nella Carte dei servizi, ma anche perché con l’emancipazione dall’invaso Ancipa e l’approvvigionamento in house (attraverso pozzi e sorgenti naturali), il gestore “AcquaEnna” non dovrà più acquistare l’acqua dal grossista “SiciliaAcque”, peraltro sulla base di un prezzo di vendita già dichiarato illegittimo dal Giudice amministrativo per incompetenza dell’organo regionale che lo determinato.
Ora, se è vero che la tariffa, quale corrispettivo del servizio idrico integrato, è determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell’entità dei costi di gestione delle opere, e dei costi di gestione delle aree di salvaguardia, in modo
che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio, è anche vero che il metodo tariffario stabilito dall’ARERA per la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato, si basa sulla valutazione dei costi e dei benefici dell’utilizzo delle risorse idriche e tenendo conto del costo finanziario della fornitura del servizio.
Il modello di organizzazione basato sugli ambiti territoriali ottimali si sostanzia, infatti, in un modello che fa leva non solo su un parametro geografico, ma anche sulle risorse idrologiche naturali, secondo parametri tecnici ed economici, in quanto la dimensione “ottimale” mira anche alla realizzazione di
economie di scala.
Dal punto di vista della tariffa, ciò significa che il gestore “AcquaEnna” non dovrà più sostenere il costo del sovrapprezzo che finiva per ribaltarsi puntualmente sulla tariffa pagata dagli utenti. Ci aspettiamo che i Sindaci dell’ATI, nel prossimo aggiornamento tariffario, nel contesto del quale non ci sfuggono i costi elettrici aggiuntivi sostenuti per le diverse pompe di sollevamento attivate, non replichino quanto fatto dieci anni fa per le famose “partite pregresse”.