“In una nottata il livello dell’acqua si è alzato di un metro, di un metro” tuona il deputato regionale del Pd, Fabio Venezia, arringando gli altri occupanti dell’impianto di potabilizzazione della diga Ancipa che hanno salutato con gli applausi questa notizia.
Un risultato che, evidentemente, l’esponente del Pd ed i sindaci dei 5 Comuni ribelli attribuiscono alla loro azione, cioè di interrompere l’erogazione idrica verso Caltanissetta e San Cataldo, contravvenendo, così, alle disposizioni della Cabina di Regia che, venerdì sera, ha deciso di ripristinare l’approvvigionamento verso i Comuni nisseni, a corto di acqua, a causa delle copiose perdite sulle condotte.
Da parte sua, Salvo Cocina, nella mattinata di oggi, ha riferito che le piogge di queste ultime ore faranno crescere il livello dell’invaso, dunque, dà un’altra interpretazione rispetto a quella di Venezia.
“E noi questo lo abbiamo fatto – ha proseguito Venezia – per restituire il diritto all’acqua ed evitare che Cocina e company mettessero alla sete 26 mila persone che non sono cittadini di seri B”.
Il sindaco di Leonforte Pietro Livolsi si è presentato nell’impianto di potabilizzazione con tanto di fascia tricolore, a testimonianza che la sua è una presenza da uomo delle istituzioni, in rappresentanza della comunità che amministra, decisamente più fortunata per via della ricchezza di fonti idriche.
“Nei momenti di difficoltà bisogna – dice il sindaco di Leonforte, Piero Livolsi – stare assieme per riaffermare i valori di solidarietà e di tutela del territorio delle aree interne, sempre più marginalizzate nella provincia più piccola di Sicilia. Ho portato la vicinanza politica e solidarietà umana di tutta la comunità leonfortese, alla popolazione dei comuni colpiti dalla crisi, nel rispetto del principio che ad ogni territorio va garantita l’autonomia idrica bene primario e irrinunciabile. La battaglia dell’acqua è di tutti e non ha colore politico”