Acqua, ecco perché l’Ancipa è stata riaperta per Caltanissetta

Sembrava che, finalmente, la diga Ancipa fosse totalmente a disposizione dei 5 Comuni ennesi, dipendenti dall’invaso. Del resto, il comunicato ufficiale della Regione parlava chiaro: “L’acqua dell’Ancipa deve essere destinata ai cinque Comuni dell’Ennese già individuati dalla cabina di regia sull’emergenza idrica e dall’Osservatorio usi idrici dell’Autorità di Bacino”.

Il dietrofront della Regione

Poi, nella serata di ieri il clamoroso dietrofront da parte del capo della Cabina di regia, Salvo Cocina, che aveva bollato come “scenografica” la protesta dei sindaci dell’Ennese e del deputato regionale Fabio Venezia in catena nella sede della Protezione civile.

Il problema è a Caltanissetta

La decisione di sganciare Caltanissetta e San Cataldo nella giornata del 28 novembre, nelle ore successive alla protesta a Palermo dei sindaci, è stata dettata dall’operatività dei pozzi che avrebbero dovuto rifornire il territorio nisseno.

Solo che è sorto il problema di portare l’acqua nei serbatoi del capoluogo nisseno: dovendo seguire un percorso in salita, attraverso le condotte del Blufi, è stata aumentata la pressione ma i tubi sono talmente precari da provocare una dispersione idrica importante. Un danno che Siciliacque sta provando a riparare. E così, la portata d’acqua si è sensibilmente ridotta, fino a 20 litri al secondo, troppo poco per Caltanissetta e San Cataldo che, in questo modo, andrebbero ad una turnazione di circa 12 giorni.

Ancipa, altri 3 giorni d’acqua nel Nisseno

Da qui, la decisione, nel corso dell’infuocata Cabina di regia di ieri, di aprire l’Ancipa alle due città per altri 3 giorni.  “Non era concepibile che, pur avendo trovato e collegato nuovi pozzi in grado di fornire circa 120 litri al secondo di acqua, le nostre città rimanessero a secco – ha dichiarato il sindaco di Caltanissetta Walter Tesauro -. È stata una battaglia difficile, ma necessaria per tutelare i diritti dei nostri concittadini”.

Il sindaco di Caltanissetta

Durante la riunione, l’amministrazione ha chiesto con forza che Siciliacque acceleri i lavori di riparazione, operando senza sosta, anche nelle ore notturne, per consentire la piena fruibilità dell’acqua già disponibile. “Non è ammissibile che questa risorsa, ottenuta con sforzi enormi, non arrivi ai cittadini – ha aggiunto Tesauro -. Dobbiamo sapere con chiarezza dove finiscono quei 120 litri al secondo che oggi non raggiungono Caltanissetta”. “Per difendere i diritti dei miei concittadini non ci fermeremo dinnanzi a niente e nessuno. Siamo pronti a intraprendere ogni azione necessaria, inclusa la denuncia di eventuali inadempienze o ritardi, per garantire il rispetto del diritto all’acqua e la tutela di un servizio essenziale” ha concluso Tesauro al termine dell’incontro con la cabina di regia.

La reazione dei 5 Comuni

Ma questa scelta, riduce ulteriormente la scorta d’acqua per i Comuni di Troina, Nicosia, Gagliano, Cerami e Sperlinga. Se, come spiegato da Fabio Venezia, questi territori avrebbero avuto acqua almeno fino a gennaio, (4 mila metri cubi di acqua al secondo), con questo cambio lo scenario è drammatico.

Acqua fino al 6 dicembre

“Ancora è presto per valutare con esattezza la nuova portata, ma un calo di 6-7 cm in 7 ore, se confermato ad una erogazione di quasi 15.000 m3 al giorno, ovvero Ancipa completamente esaurita tra il 5 e il 6 dicembre” dice il presidente del Movimento per la difesa dei territori, Fabio Bruno